Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

“Restate a casa, la cena ve la portiamo noi”: il mondo del delivery potenzia la rete

10 Marzo 2020
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In questi giorni in cui già si era diffusa nell’aria una certa ansia da Coronavirus, erano aumentati gli ordini e le consegne.

Da ieri, quindi con la decisione di istituire un’intera zona rossa nel nostro paese e con le chiusure dei locali alle ore 18, per i ragazzi di Social Food è tempo di straordinari. “Sappiamo che c’è stato un aumento esponenziale della richiesta di consegne di cibo a domicilio – dice Giovanni Imburgia, ideatore e titolare insieme a Guglielmo Brino di Social Food – Per fortuna il Governo ha garantito le consegne delle materie prime in maniera tale che le attività di ristorazione potessero continuare a lavorare con il servizio di delivery. E questa cosa ci fa sentire più responsabilizzati. In questo momento di crisi in cui le persone rimangono a casa, ci sembra un atto quasi doveroso portare loro del cibo a domicilio. E vogliamo farlo sempre con la nostra professionalità”.

I numeri aumentano, ma non solo quelli dei clienti. Anche quelli di ristoranti, pizzerie e vari locali che chiedono l’affiliazione e quindi la possibilità di far parte del “mondo” di Social Food. “Noi ci siamo messi a disposizione 24 ore al giorno per garantire ai ristoratori tutti i servizi e le assistenze necessarie – dice Giovanni – In questo momento non stiamo lasciando nessuno indietro. Abbiamo la necessità di nuovo personale, quindi di nuovi rider, ma valutiamo con grande attenzione tutte le richieste che riceviamo. Abbiamo il dovere di rispettare le direttive che il Governo nazionale ci ha imposto e inquesto momento quelle sono la nostra Bibbia. Procediamo nel nostro lavoro con la filosofia “contact less”, ossia nessun contatto. I fattorini rispettano sempre la distanza di sicurezza, hanno in dotazione i guanti monouso e stiamo incentivando l’utilizzo della carta di credito. Dobbiamo essere scrupolosissimi in termini di protezione”.

La piattaforma Social Food è nata nel 2013 ed oggi è presente in 7 città, principalemte in Sicilia e nel Sud Italia e conta circa 500 locali che hanno deciso di affidare i loro menu ai ragazzi che così possono portare a casa i piatti dei locali. “Quando usciremo da questa crisi – dice Giovanni – mi auguro che saremo tutti un po’ più responsabili. Credo che ci sarà un aumento esponenziale anche della propensione tecnologica da parte di tutti, insomma un modo per evitare quanti più contatti possibili. Ma mi auguro pure che aumenti la responsabilizzazione, che sto vendendo oggi, sia da parte dei ristoratori sia da chi effettua le consegne”. Ora sfogliate i menu e scegliete cosa volete mangiare stasera…
G.V.