Cresce in valore ma cala in volume. Ecco l’andamento dell’export riferito ai mesi che vanno da gennaio a giugno 2012 diramato da Assoenologi.
Alla luce dell’andamento della vendemmia di quest’anno, l’associazione che riunisce gli enologi e gli enotecnici d’Italia, stila anche una previsione sulla produzione: questa non coprirà di 18 milioni di ettolitri. “In Italia ci troviamo di fronte alla vendemmia più scarsa dal 1950. Allo stato attuale delle cose, la produzione di vino oscillerà intorno ai 40 milioni di ettolitri con tendenza al ribasso e con prezzi all’ingrosso in fibrillazione – afferma Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi, che aggiunge – E dire che sarebbe bastata qualche pioggia estiva e meno caldo per siglare un’annata assai degna di considerazione sia quantitativamente che qualitativamente. Ci avrebbe fatto veramente comodo, visto che le nostre esportazioni, nonostante il periodo congiunturale, sono sempre in crescita”. Infatti i dati sull’esportazione mostrano un’accelerazione in valore rispetto al giugno 2011 che arriva al 7%, a fronte di una flessione dei volumi del 10,6 che riguarda però principalmente lo sfuso e i vini di più bassa fascia.
I flussi del vino Made in Italy principalmente fanno rotta verso i Paesi dell’Unione Europea (il 53% del valore delle esportazioni). L’Estremo Oriente conferma oramai il suo status di mercato più interessante per le cantine del Bel Paese, per l’aspetto demografico e quindi per il potenziale di consumo. “L’area dei Paesi Terzi cresce quasi di tre volte l’Unione – spiega il direttore di Assoenologi -. In valore è variata da 937 a 1.039 milioni. Il Giappone è in testa, dopo un lungo periodo di calma, con variazioni dell’ordine del +41,3% in valore e +27,3% in volume”. Tra i mercati minori, in decisa crescita si segnala Hong Kong (+36% valore e +41% volume), Singapore (+33% valore e + 21% volume) che costituiscono hub importanti di comunicazione delle nuove tendenze delle aree d’influenza.
Una certa dinamicità si è riscontrata anche nei paesi del Nord Europa come Svezia e Norvegia. Mentre una contrazione la si è registrata in Germania, Regno Unito e Usa. Ma nel Nord America risponde bene il mercato canadese con un +14,9%.
Marina V. Carrera