di Giorgio Vaiana
Se da un lato c'è di che rallegrarsi, dall'altro bisognerà evitare che questa notizia porti ad uno “scontro” due delle regioni italiane che della pesca al tonno hanno sempre fatto il loro fiore all'occhiello.
Facciamo ordine. Il Ministero delle Politiche Agricole, su indicazione della comunità euopea ha aumentato la quota tonno rosso all'Italia, aggiungendo 600 tonnellate alla quota di 3.294 tonnellate, ormai bloccata da diversi anni, spingendola, quindi fino a 3.894 tonnellate. Un aumento significativo di quasi il 20 per cento che era atteso da quasi 20 anni. Ma c'è un però. La Sicilia ha chiesto che queste quote siano distribuite principalmente a chi pesca il tonno con il sistema palangaro, alle tonnare fisse e alle cosiddette quote accidentali. Infatti, al momento, tre quarti delle quote tonno, il 75 per cento circa, appartengono al cosiddetto sistema a circuizione, molto praticato in Campania. Che infatti, dati alle mani, pesca 2.460 tonnellate di tonno rosso (dati 2017). Per questo, in vista di questa nuova ripartizione, l'assessore regionale siciliano alla Pesca mediterranea Edy Bandiera ha chiesto al Mnistero di fermarsi a riflettere: “Non possiamo consentire ancora una volta che il Ministero delle Politiche Agricole mortifichi e danneggi le prospettive della pesca del tonno rosso in Sicilia – dice Bandiera – Non è accettabile una ripartizione triennale che assegni circa il 75% al sistema di pesca della circuizione, a fronte di appena il 14% a quello del palangaro, diffuso in Sicilia”.
Dal 2000 la pesca siciliana attende novità in merito. Federcoopesca Sicilia, per bocca del suo presidente Nino Accetta, aveva chiesto sia al governo regionale che a quello nazionale di rispettare l'articolo 16 del testo unico sulla pesca che recita: “Ogni eventuale incremento annuo del contingente di cattura di tonno rosso assegnato all’Italia, rispetto all’anno 2017, è ripartito, per una quota complessiva pari a non meno del 30% esclusivamente fra i sistemi di pesca del tipo palangaro, circuizione e tonnara fissa e fino a un massimo del 70%, alla pesca accidentale o accessoria”. Ma al Ministero hanno fatto orecchie da mercante, specificando che i criteri di ripartizione di queste nuove quote sarebbero state le stesse identiche del triennio 2015/2017, con la predilezione, dunque, per la circuizione. “Riteniamo che questo non rende giustizia alle aspettative dei tanti palangari (sia quelli autorizzati alla cattura del pesce spada che per forza di cose finiscono per catturare accidentalmente il tonno rosso, che ai 30 titolari di quote) che vedevano con l’inizio della nuova stagione 2018 la fine di una odissea che dura ormai da 17 anni – dice Accetta – Pertanto viste le richieste che ci giungono dai territori siciliani chiediamo al Ministero di rivedere le loro posizioni”.
Federcoopesca Sicilia ha chiesto che almeno il 60 per cento della nuova quota di ripartizione (cioè circa 360 tonnellate), venga destinata alla cattura accidentale di tonno rosso; il 20 per cento, ossia 120 tonnellate sia distribuito in quote uguali ai 30 palangari siciliani; il restante 20 per cento vada agli altri sistemi. Insomma, il triennio 2018/2020 potrebbe essere quello in cui le quote da ripartire si riequilibrino un pochino. Soprattutto visto che la Sicilia, in questo “gioco” di incastri è stata sempre fortemente danneggiata a favore della Campania. Ma c'è di più. Perché l'emanazione del decreto di ripartizione del Ministero rappresenta un’occasione straordinaria per la riattivazione delle tonnare fisse, attraverso l’assegnazione di alcune quote, che avrebbero risvolti significativi in tema di sviluppo, economia, turismo e valorizzazione delle nostre tradizioni. In Italia, al momento le tonnare che hanno una licenza di pesca sono solo tre: Isola Piana a Carloforte, Capo Altano e Porto Paglia a Portoscuso tutte in Sardegna. Ma non hanno una quota. Ci sono poi quelle di Favignana in Sicilia, Cala Vinagra a Carloforte in Sardegna, Camogli in Liguria, senza né una licenza di pesca, né delle quote. Proprio sulla vicenda della tonnara di Favignana era intervenuto anche il sindaco dell'isoletta trapanese, Giuseppe Pagoto, che aveva chiesto al Ministero di destinare una quota pesca del tonno rosso per riattivare la tonnara, ormai ferma dal 2008. E che quindi ha perso ogni diritto.
“Si provveda ad una più equa ripartizione o in alternativa si sospenda questo atto e sia il prossimo Governo, legittimamente eletto dagli italiani, ad affrontare un tema così importante e delicato, trattandosi peraltro di scelte di politiche di settore di valenza pluriennale – afferma Bandiera – Nei prossimi giorni ho convocato il Consiglio regionale della Pesca, per concordare, insieme ai rappresentanti di categoria, le iniziative urgenti da intraprendere per evitare che, ancora una volta, su questa importante tematica il nostro territorio sia danneggiato”.