Le nuove multe per il superamento da parte dell’Italia del proprio livello quantitativo di produzione assegnato dall’Unione Europea nel 2014/15 chiudono un’epoca durata 30 anni.
È quanto afferma la Coldiretti in riferimento al pagamento di 30,5 milioni di euro di multa all'Unione europea per il superamento del quantitativo di produzione delle quote latte per il periodo 2014/2015 confermato dalla Commissione europea, secondo cui l'eccedenza dell'Italia, che ha tempo fino al 30 novembre per pagare la multa, ammonta a 109.721 tonnellate. Le nuove multe colpiscono l’Italia nell'ultimo anno soggetto al regime delle quote latte dopo cinque anni in cui nessuna sanzione è stata dovuta dagli allevatori italiani che potranno beneficiare di una rateizzazione triennale senza interessi, anche grazie al pressing della Coldiretti. La questione quote latte – ricorda Coldiretti – è iniziata 30 anni fa nel 1984 con l’assegnazione ad ogni Stato membro dell’Unione di una quota nazionale che poi doveva essere divisa tra i propri produttori. All’Italia – conclude la Coldiretti – fu assegnata una quota molto inferiore al consumo interno di latte.
Negli anni l’Italia è riuscita ad ottenere dall'Ue aumenti della propria quota di produzione, ma nel periodo tra il 1995 e il 2009 si sono accumulate le multe. Il 1992, con la legge 468, poi il 2003, con la legge 119, e infine il 2009, con la legge 33, sono state le tappe principali del difficile iter legislativo per l’applicazione delle quote latte che ha consentito alla stragrande maggioranza dei 35 mila allevatori di mettersi in regola acquistando o affittato quote per un valore complessivo di 2,42 miliardi di euro mentre solo una sparuta minoranza è responsabile delle pesanti pendenze con l’Unione Europea del passato. Un comportamento che – conclude la Coldiretti – fa concorrenza sleale alla stragrande maggioranza degli allevatori italiani e mette a rischio la credibilità delle istituzioni nei confronti dei cittadini e dell’Unione Europea.
C.d.G.