L'Expo non avrà rilevanza per l'offerta del Travel Food.
Lo hanno detto i tour operator interpellati da Aigo per la ricerca “Turismo Enogastronomico – L'esperienza culinaria in viaggio: la chiave di volta nella scoperta di un paese” condotta da Aigo e Pangaea network. In tutto sono stati intervistati 389 tour operator. Il 41% degli addetti ai lavori europei dichiara che non proporrà alla propria clientela un viaggio in Italia per l'occasione. E' alta anche la percentuale di chi non ha ancora deciso se promuovere l'evento (34%), mentre solo il 25% degli intervistati segnalerà una proposta ad hoc. In controtendenza il campione italiano, nel quale la percentuale di chi promuoverà l'evento sale al 58%.
Il 66% degli intervistati hanno confermato comunque che l'esperienza enogastronomica determina la scelta del viaggio. I paesi in cui il fattore enogastronomico è particolarmente apprezzato, oltre l'Italia sono la Spagna, il Regno Unito e la Francia. Secondo gli europei, rivela la ricerca, laddove è presente una rinomata cultura enogastronomica, questa occupa una parte predominante nel rappresentare l'immagine di un paese (addirittura fino al 50% della valutazione dell'immagine stessa) per il 38% degli intervistati. Per il 38% del campione i viaggi gastronomici sono cresciuti considerevolmente negli ultimi 3 anni e il settore rappresenta fino al 10% delle vendite sul fatturato complessivo.
I fattori chiave che rendono un pacchetto attrattivo sono: visite a mercati e fabbriche dei produttori locali (29%), possibilità di acquisto di prodotti locali quali cibo e vini (26%), eventi a tema enogastronomico come i festival culinari (20%), laboratori di cucina (13%), fiere enogastronomiche (7%). Per quanto riguarda invece il tema Expo Milano 2015, il 41% degli addetti ai lavori europei dichiara che non proporrà alla propria clientela un viaggio in Italia per l'occasione. E' alta anche la percentuale di chi non ha ancora deciso se promuovere l'evento (34%), mentre solo il 25% degli intervistati segnalerà una proposta ad hoc. In controtendenza il campione italiano, nel quale la percentuale di chi promuoverà l'evento sale al 58%.
La vendita dei pacchetti “travel food” avviene per il 26% tramite agenti di viaggio. La maggior parte degli addetti ai lavori sostiene che i viaggiatori tendono ad associare l'esperienza culinaria alla visita della destinazione e dei dintorni (25%), prediligendo gli itinerari culturali (26%), il benessere (17%), gli eventi a tema (14%) e lo shopping (11%). Le attività all'aria aperta, anche sportive, vengono proposte solo nel 6% dei casi.
La durata preferita per questo tipo di soggiorni enogastronomici è di 2-3 giorni. Sono le coppie a preferire gli itinerari culinari; seguono i gruppi di amici (18%) e le associazioni/gruppi tematici (15%), il 9% si sposta con la famiglia e solo il 2% viaggia solo.
L'età media del cliente tipo si aggira fra i 36 e i 55 anni Per la gran parte degli addetti ai lavori la spesa media per persona al giorno è al massimo di 250 euro, ma il 19% ritiene non sia superiore a 100 Euro. Il 55% dei professionisti descrive i 'food travelers' come viaggiatori alla ricerca di aspetti autentici del paese che visitano, soprattutto attraverso l'esperienza enogastronomica. Il 28% pensa sia più appropriato definirli come persone che cercano un momento di socializzazione e di condivisione attraverso il viaggio culinario.
C.d.G.