da Roma Lucrezia Balducci
In diretta dal Ministero delle politiche agricole a Roma i primi dati dello studio realizzato dalla Fondazione Qualivita ed Ismea.
Presente all'incontro il ministro delle Politiche agricole, alimentare e forestali Mario Catania.
Mario Catania
Che l'Italia sia leader in Europa per numero di prodotti certificati era già noto, ma il consolidamento di tale posizionamento è confermato da Alberto Mattiacci dell'Università Sapienza di Roma, che ha aperto la conferenza e presentato i punti salienti dello studio. Mattiacci parla del valore della qualità: “Con quasi 1,3 milioni di tonnellate di prodotti certificati, il fatturato alla produzione è pari a quasi 6,5 miliardi di euro. Cifre che convertite in volume d'affari generato con la commercializzazione è di 12 miliardi”.
Un risultato positivo in periodo di crisi, dovuto proprio alla qualità percepita da un numero sempre più grande di consumatori, dei 248 prodotti iscritti nel registro UE, di cui 154 Dop, 92 Igp e 2 Stg (dati aggiornati al 12 dicembre2012), che hanno portato l'Italia in vetta alle classifiche europee.
Le new entry presentate oggi all'incontro sono 9: l'Uva di Puglia Igp; il Sale Marino di Trapani Igp; la carne fresca di Cinta senese Dop; i formaggi Squacquerone di Romagna Dop e Nostrano Valtrompia Dop; l'olio extravergine d'oliva Vulture Dop, la Susina di Dro Dop, la ciliegia di Vignola Igp ed il Limone di Rocca Imperiale Igp. In attesa di approvazione altri 5 prodotti d'eccellenza nazionali: Abbacchio Romano Igp; Coppia Ferrarese Igp; Provolone Valpadana Dop; Patata di Bologna Dop; olio extravergine Dauno Dop.
Mattiacci conferma che i numeri 2012 delineano un comparto che vive un trend di stabilità e la carta da giocarsi nei mercati è l'innovazione, base per la competitività e la crescita del mercato agroalimentare.
Costante la produzione certificata. Rispetto al 2011 si registra un +0,2%, segno di stabilità dovuto all'equlibrio tra crescita di alcuni comparti e flessione di altri: trend positivo, ad esempio, per le certificazioni di olio extravergine di oliva (+7,6%) e decremento, seppur lieve, dei formaggi (-1,7%).
Sul fronte consumi, Mattiacci precisa:”Considerare il mangiare come desiderio e non solo come atto di soddisfazione dell'appetito, linea di confine che valorizza la qualità dei prodotti certificati”. Dal comportamento delle famiglie e dallo stato di salute del made in italy emerge, in questa sezione di studio, il ” fenomeno dell'autoconsumo, della frammentazione della domanda, nonché dell'affinamento del desiderio e del “consumerismo” cioè un consumo attento e critico. Come proseguire questo percorso di crescita della consapevolezza del consumo? “Attraverso la comunicazione del prodotto e l'innovazione delle imprese”, conclude Mettiaci.
Come afferma il Presidente di Ismea, Arturo Semerari, il comparto delle Dop e Igp si distingue come punta di diamante, traino conclamato per il made in Italy, secondo quanto emerge dai dati sulla qualità e sui volumi produttivi. “Nel 2011 le prime dieci Dop e Igp rappresentano l'ottantaquattro per cento del fatturato complessivo del comparto – ha dichiarato -. Cresce l'export che vale oltre due miliardi di fatturato, più sei per cento, pari a un terzo della produzione agroalimentare di qualità. La destinazione principale sono Russia e Stati Uniti”.
Che una grossa fetta di consumatori sia oramai sensibilizzata al tema della Qualità e dei prodotti a marchio certificati lo studio lo evince anche dal web, in particolare dai social network come Twitter. Commenta il dato il Direttore Generale della Fondazione Qualivita Mario Rosati, “Abbiamo visto che sono usate tantissimo in questo canale di divulgazione parole chiave quali: Ventianni Dop; Made in Italy Dop; Pacchetto Latte; Pacchetto Qualità; cioccolato di Modica di cui si auspica la certificazione; cementificazione; social Dop e Parmigiano Night”. E conclude: “Nonostante il clima socio-economico critico che produce la contrazione dei consumi alimentari, le produzioni certificate italiane rappresentano un punto di forza per l'economia nazionale anche in termini di esportazioni ed immagine del made in Italy all'estero”. Significativo, inoltre, l'aumento dei consumi dei prodotti originari delle aree recentemente colpite dal terremoto perché i prodotti “non sono solo buoni, ma ci rappresentano”, ha detto.
E' emersa durante la presentazione poi un'altra tematica saliente: la collaborazione e la cultura del fare sistema. Stefano Berni Direttore del Consorzio di tutela del Grana Padano Dop ha infatti commentato: “La qualità è un valore da difendere anche attraverso la collaborazione tra diverse realtà. Le imprese valorizzano la materia prima ed il territorio stesso – sottolinea – per mezzo dei processi produttivi e della loro innovazione al servizio della tradizione”. Ciò necessariamente contrastando la piaga della contraffazione, tramite la regolamentazione e l'nformazione dei consumatori”.
La parola poi al ministro Catania, che riprende il concetto della lotta alla contraffazione, della trasparenza delle etichette e dell' informazione del consumatore: “Lavoro ottimo ed utile quello di Qualivita Ismea come strumento al servizio delle imprese e del consumatore. La strada percorsa nell'ultimo decennio rafforza la battaglia portata avanti a livello europeo e valorizza le produzioni certificate attraverso il recente Pacchetto Qualità. Consolidare il contrasto all'illecito e ampliare la regolamentazione nazionale ed internazionale, queste le linee guida del futuro”.