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Scenari

“Frutto cuore” o “cibo da fate”: le fragole piacciono, ma nessuno vuole coltivarle

09 Marzo 2015
fragole fragole

Le superfici destinate alla coltivazione registrano un calo: con circa 3.570 ettari la fragolicoltura scende del 4% e si colloca su valori molto simili a quelli del 2011

Una grande università statunitense è stata occupata dagli studenti, che protestano contro la destinazione di un campo da gioco all'addestramento di militari da inviare nel Vietnam. Il giovane Simon, che appartiene all'equipe di canottieri, osserva con scetticismo la ribellione dei suoi compagni, finge di interessarsene più seriamente dopo aver conosciuto una ragazza, Linda, autentica e convinta contestatrice.

È l'inizio di uno dei film manifesto della contestazione giovanile americana: Fragole e sangue, tratto dal libro di James Simon Kunen per la regia di Stuart Hagmann, sugli schermi nel 1970. Chissà quanto ha influito nell'immaginario collettivo questa pellicola nella diffusione del frutto che rimanda anche ad altri accostamenti mentali legati alla seduzione e a pasti raffinati.

Di certo c'è che il consumo di fragole in Italia è aumentato del 4% nel 2014, ma le superfici destinate alla coltivazione registrano un calo rispetto agli investimenti del 2014: con circa 3.570 ettari la fragolicoltura specializzata in Italia scende del 4% e si colloca su valori molto simili a quelli del 2011. Sono i dati diffusi dal Cso, Centro servizi ortofrutticoli, in fase di avvio della stagione di raccolta. Dopo una stagione molto difficile, tra fattori climatici avversi e alta produzione con conseguente calo dei prezzi, si registra una prevedibile prudenza negli investimenti produttivi.

Tra le zone in cui il calo della superficie coltivata è stato maggiore ci sono la Calabria (-20%) e la Sicilia (-5%). La Basilicata è in controtendenza, con una crescita produttiva del +9 per cento. Nel nord il Veneto si conferma regione leader nonostante un calo di circa 100 ettari rispetto al 2014. In Emilia-Romagna il calo è del 6% e calano anche le province di Bolzano e Trento (-12% e -5%). In controtendenza il Piemonte, con una crescita del 13 per cento. Dotate di un buon contenuto calorico a causa dell'elevato tenore zuccherino, le fragole rappresentano una eccellente fonte di vitamina C e di flavonoidi. Le fragole sono preziose anche per la cura estetica, sostengono i dietologi, perché sono composte al 90% di acqua; per questo idratano le cellule dell'organismo senza appesantirlo con troppe calorie. Sono anche ricche di enzimi capaci di attivare il metabolismo dei grassi aiutando il corpo a dimagrire con meno fatica. E di fibre che aumentano il senso di sazietà, regolarizzano l'intestino e fanno assorbire meno grassi e meno zuccheri. Certo senza però aggiungere panna. In quel caso si privilegia il gusto.

Virgilio la chiamava “nascentia fragra”, avvertendo i fanciulli golosi di raccoglierla guardandosi dai serpenti; Plinio la descriveva come un prezioso frutto del bosco da amare ed apprezzare; nel Medioevo, fu definita “frutto cuore” perché la sua forma riusciva a placare le passioni amorose; nel Rinascimento, re Luigi XIV, la faceva coltivare nei giardini di Versailles; l'inglese Shakespeare, ne era golosissimo, tanto da definirla “cibo da fate”. Per lo svedese Linneo, fondatore della moderna botanica nel XVIII secolo era “bene di Dio”, affermando che era un incomparabile rimedio contro la gotta. La fragola veniva chiamata fragrans dai Romani proprio per via del suo intenso profumo e veniva utilizzata nell'antica Roma nei banchetti delle feste in onore di Adone, alla morte del quale, come narra la leggenda, Venere pianse copiose lacrime, che, giunte sulla terra, si trasformarono in piccoli cuori rossi: le fragole. .

Elena Mancuso