Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

“Facciamo sistema in Cina”

10 Agosto 2012
shanghai1 shanghai1


Shanghai

In Cina il vino italiano perde il terzo posto nelle vendite.

Il dato ci è stato appena segnalato direttamente dalla Cina da Gianluca Bisol, direttore generale del gruppo Bisol in Valdobbiadene, che si trova attualmente nel Paese, è stato tra i primi imprenditori itialiani del vino ad avere scommesso su questo mercato emergente.

A detenere il primato è la Francia, che da un ventennio, sempre in netto anticipo rispetto al resto del mondo vino, opera indisturbata per conquistarsi quote di mercato e il consenso dei consumatori. Ad oggi conferma la sua leadership con oltre 55 milioni di litri. L'Italia cerca di stare dietro al dominio dei cugini d'Oltralpe, e i numeri  che riguardano le performance del nostro vino, almeno per ciò che riguarda l'ultimo trimestre, fanno riflettere, anche alla luce della corsa alla conquista del mercato in atto di altri concorrenti che li vede emergere e recuperare con passi da gigante. Con 9 milioni di litri venduti, che comunque da un lato segnano un incremento, il nostro Paese perde la sua posizione sul mercato cinese lasciando il posto alla Spagna che invece, sempre nell'ultimo trimestre, ha registrato un + 47% con 11 milioni di litri. Resiste sul podio l'Australia mantendendo la sua seconda posizione.

La vetta del mercato è contesa da un altro Pese produttore emergente, il Cile. Sta infatti marcando stretto l'Italia ambendo alla quarta posizione. I report mostrano come l'export verso la Cina dei vini provenienti da questa parte del Sudamerica sia cresciuto del 43%.  I cileni starebbero dunque creando una loro nicchia di mercato, fortemente intenzionati a non lasciarsi sfuggire i margini da capogiro che può garantire lo sbocco cinese. Il quadro che Bisol ci ha fornito è un imput che vuole condividere con i colleghi produttori: “Occorre studiare il mercato – esorta –  promuovere una serie di iniziative che abbiano come finalità  non solo la conoscenza dei vini italiani, ma soprattutto la comunicazione del brand Italia. Bisogna fare sistema per potere comunicare un prodotto che rappresenta la nostra storia. Dobbiamo individuare i sistema  per sostenere la crescita del nostro Paese, che dal punto di vista enologico offre un  panorama ricchissimo e di qualità legato con la storia, in uno scenario nel quale si sta scatenando e si scatenerà sempre di più una competizione ad altissimo livello più che altrove”.

Il produttore invita anche a osservare e a studiare alcuni casi come quello del Cile e dell'Australia che stanno riuscendo in questa impresa. In controtendenza con i numeri riferiti alle vendite, va evidenziato, come poi ci dicono le statistiche degli ultimi tempi, che in Cina l'apprezzamento e la richiesta del made in Italy è un fenomeno in crescita. Principalmente per ciò che riguarda il mondo della ristorazione. La cucina italiana detiene un appeal maggiore rispetto a quella francese o di altre culture gastronomiche. Tanto che uno dei personaggi più influenti della realtà ristorativa francese come Jean George, uno dei primi ad esportare la cuisine francaise in Cina, ha pensato di aprire proprio lì un ristorante italiano, si chiama Mercato e oggi è uno dei locali più in voga di Shanghai. E come suggerisce Bisol potrebbe essere la ristorazione il canale preferenziale dove giocarsi il tutto e per tutto per assicurare alle etichette italiane la scalata del mercato.  

Maria Antonietta Pioppo