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Scenari

“Caccia” alle autorizzazioni: in Italia 66 mila ettari richiesti a fronte dei 6 mila disponibili

08 Aprile 2016
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Veneto e Friuli ne hanno chiesti oltre il 4.000 % per cento in più dei diritti di reimpianto a disposizione. Seguono Puglia e Sicilia
 


 

Chi se lo poteva immaginare che in un Paese in cui la superficie continua a calare strutturalmente a un certo punto si abbia un boom stratosferico di richieste di nuovi impianti?

Eppure, è quello che è successo, visto che il primo anno di applicazione del nuovo sistema di autorizzazioni ha visto piovere richieste per oltre 66.000 ettari contro un potenziale a disposizione di poco più di 6.300: ovvero, il 1.000% in più. Lo rivela il Corriere vinicolo. Che ha pubblicato un elenco completo sulla situazione italiana.

Richieste pervenute non solo da regioni da cui ce lo si poteva attendere come Veneto e Friuli (+4.000%), ma anche da quelle che negli ultimi anni avevano avuto funzione di serbatoio di diritti di reimpianto verso il Nord, come Puglia e Sicilia. Eppure, anche in queste due regioni si registrano richieste enormi: 4.000 ettari in Puglia a fronte degli 862 disponibili, 4.700 in Sicilia, contro i 1.000 a disposizione (ne parlavamo qui). E così lungo tutto lo stivale, con le sole eccezioni di Lazio e Piemonte, che sono rimaste entro il 100% del plafond rispettivamente a disposizione, ma con quote di adesione comunque elevatissime, oltre l’80%.

 

Un dato significativo è l’ettaro medio richiesto per domanda: se la media italiana è poco più di 5 ettari, Veneto e Friuli sono le uniche due a sfiorare i 10 ettari, mentre le altre sono in un range che va da 4 (Puglia) a meno di 1 ettaro, con la media dei 3 in Sicilia ed Emilia Romagna. Altra regione che – proprio insieme a Puglia e Sicilia – era stata tra le maggiori richiedenti del regime sovvenzionato di estirpazione, ma che ora sembra aver innescato un percorso di ricrescita.

Un ultimo inciso: a fronte di questa enorme richiesta, ci sono ancora in circolo 40 e passa mila ettari di diritti di reimpianto che potrebbero essere convertiti in autorizzazioni entro il 2020. Su questo ingente ammontare molto si è ragionato prima dell’entrata in vigore del nuovo sistema. Si potrebbe essere indotti a pensare, proprio sulla scorta di questo boom, che il calcolo di questo ammontare sia in qualche modo sovrastimato, o necessiti di qualche correzione.

Alla luce di questo dato, il settore sarà chiamato sicuramente a interrogarsi.

Ecco la tabella pubblicata dal Corriere vinicolo
 

C.d.G