Si attendeva solo il passaggio formale. Che avverà domani. La provola dei Nebrodi è ufficialmente Dop.
Domani la nuova denominazione italiana sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale europea. E quindi sarà realtà. Come avevamo raccontato in questo articolo>, il Belgio ha ritirato l’pposizione che aveva ritardato un po’ la nascita della nuova denominazione. Secondo il paese europeo, infatti, sarebbe stato possibile vendere il formaggio dop siciliano affettato o a cubetti. “Invece – spiega Giuseppe Licitra, docente dell’università di Catania e responsabile scientifico del Consorzio della Provola dei Nebrodi – siamo riusciti a dimostrare, con tanto di evidenze, che è impossibile per questa tipologia di formaggio essere venduto affettato o cubettato”. E il Belgio ha recepito le osservazioni da parte del consorzio, ritirando di fatto l’opposizione e dando il via libera alla nascita della nuova Dop, la quinta in Sicilia per quanto riguarda il mondo dei formaggi (si aggiunge a pecorino siciliano, vastedda del Belìce, ragusano e piacentinu ennese).
La provola dei Nebrodi avrà tre gradi di stagionatura: fresca (fino ad un massimo di 30 giorni); semi-stagionata (con una maturazione tra i 60 ed i 120 giorni); stagionata a pasta dura (viene sottoposta ad una maturazione che va oltre i 120 giorni. A volte anche per oltre un anno). Oltre alla intera forma, è prevista la commercializzazione anche per il porzionato ed il grattugiato. La provola, inoltre, potrà fregiarsi in etichetta del titolo dei “Prodotti della Montagna” poichè il latte proviene da stalle che si trovano a 600 metri di altezza. Il territorio della Dop “abbraccia” 47 comuni di tre province, Enna, Catania e Messina. Ad oggi la produzione, portata avanti da 26 soci del consorzio, si attesta sulle 80 tonnellate, ma il potenziale supera abbondantemente le 500 tonnellate. “Ora – dice Licitra – inizia una fase importantissima per il comparto della provola e per tutti i Nebrodi. Ma questi produttori hanno necessità di essere supportati in questa fase nuova per permettere loro di affrontare al meglio i mercati stranieri. Sono certo che nel giro di 5, massimo 10 anni, questo concorzio sarà in grado di competere con i big del formaggio italiano”.
G.V.