di Mimmo Vita
È stato il tema della valorizzazione il baricentro degli interventi che si sono susseguiti, durante l’Assemblea ordinaria dei soci del Consorzio di tutela della Doc Prosecco che si è tenuta presso la Fiera di Santa Lucia (TV) e che ha visto un’ampia partecipazione della base sociale.
La discussione riguardava su come dare valore alla Denominazione e poi mantenerla nel tempo. Importanti i numeri emersi durante la relazione sulle attività di promozione – che hanno fatto registrare investimenti per 9,5 milioni di euro – sull’attività tutela e vigilanza – con 700 mila euro dedicati a contrastare i fenomeni lesivi della Denominazione – e quelli per la ricerca. Gli investimenti su questa area, oltre 800 mila euro, sono aumentati del 115%, rafforzando lo sforzo di giungere alla certificazione di “Denominazione Sostenibile”, che attesterà l’impegno in questa direzione del sistema produttivo del Prosecco Doc sia dal punto di vista ambientale, che economico ed etico-sociale. La notizia è che tutti i punti all’ordine del giorno sono passati all’unanimità. Un risultato sottolineato da Stefano Zanette, Presidente del Consorzio: “Un bell’attestato di fiducia verso l’operato del Consorzio che, in questi anni, non si è mai sottratto allo studio e al confronto, per delineare una strategia capace di assicurare un futuro alla Denominazione ed individuare soluzioni coerenti con le attese del nostro sistema produttivo”. Tutto questo, Presidente, di fronte ad una congiuntura difficile e con una guerra in atto? “Certo, il nostro lavoro non può prescindere, purtroppo, dall’attuale contesto geopolitico ed economico. I concetti di prudenza, flessibilità e reversibilità, oggi, sono determinati per decretare il successo di una Denominazione e, questo, l’Assemblea ha dimostrato di averlo ben presente.
Presidente Zanette, c’è poi la necessità della sostenibilità…
“Il messaggio più importante che è emerso dall’Assemblea è che il nostro sistema produttivo ha ben compreso la necessità di conciliare l’incremento delle vendite con il miglioramento del percepito delle produzioni garantendo, soprattutto, la sostenibilità ambientale ed etico-sociale delle stesse, evitando, in questo modo, la banalizzazione, l’indifferenziazione e lo svilimento del prodotto, fattori capaci di compromettere le prospettive future della Denominazione”, ha detto Zanette.