Confortanti, nel complesso, i risultati registrati dal Consorzio di Tutela del Prosecco Doc nel 2023, nonostante uno scenario che definire “complicato” potrebbe apparire riduttivo. Ad oggi è già stato superato il traguardo delle 612 milioni di bottiglie, con una produzione che, alla fine dell’anno, dovrebbe assestarsi in termini di volume poco al disotto dell’anno precedente, ma con una crescita sensibile a valore, a beneficio dell’intera filiera produttiva e del territorio. A incidere sull’evoluzione dell’annata sono stati il quadro macroeconomico, le tensioni internazionali, l’evoluzione climatica e la veemenza di alcune fitopatie che hanno messo a dura prova i produttori. Il Consorzio, tuttavia, ha lavorato in proficua collaborazione con le Regioni Veneto e Friuli-Venezia Giulia per individuare soluzioni idonee a salvaguardare i volumi e soprattutto la qualità delle produzioni.
“Attenzione costante alla qualità dei nostri vini e alla sostenibilità delle nostre attività hanno premiato il nostro lavoro anche in questo periodo particolarmente complesso a livello globale – commenta il Presidente del Consorzio Stefano Zanette – Ricerca e analisi, tutela della denominazione e promozione della stessa costituiscono gli assi che guidano la nostra azione a difesa e valorizzazione delle nostre produzioni. Ma sono soprattutto qualità e sostenibilità a guidare il nostro impegno e quello dei nostri associati, allo scopo di offrire un vino sempre migliore ai tanti che nel mondo scelgono il Prosecco DOoc”. Il direttore del Consorzio, Luca Giavi, aggiunge: “Con questo spirito da anni stiamo svolgendo in maniera continua, in collaborazione con gli enti preposti – ai quali dobbiamo il nostro grazie – attività di controllo sull’intera filiera produttiva per assicurare ai consumatori il rispetto delle norme contenute nel nostro disciplinare e la totale trasparenza sui contenuti e sull’origine dei nostri vini. A questo proposito, ci piace evidenziare come il Consorzio stia valutando alcune modifiche del disciplinare che consentiranno alla denominazione di poter esprimere al meglio, nell’etichetta di ciascuna bottiglia, le caratteristiche del territorio e degli operatori, garantendo maggiore consapevolezza a beneficio dei consumatori”.