(Vigneti di Glera)
La notizia, oggi presente in tutta la stampa nazionale, è che nella vitivinicoltura anche quest’anno il Veneto si conferma la quarta potenza mondiale in termini di valore mentre occupa il sesto posto in termini di volume.
Un dato questo, che denota la qualità della produzione regionale confermata anche dal fatto che il 90% del vino veneto si può fregiare dei marchi Igt, Doc e Docg. Certamente, in questo contesto, una parte da leone va attribuita al Prosecco Doc che si distingue per molteplici aspetti peculiari. Innanzitutto i numeri. “Con l’anno che si sta chiudendo dovremmo arrivare a circa 410-415 milioni di bottiglie di Prosecco Doc – anticipa il presidente del Consorzio Stefano Zanette – con ciò confermando un trend oramai consolidato di crescita a doppia cifra. Se nel 2015, crescendo del +15,8% rispetto all’anno precedente, si è generato un aumento di 48 milioni di bottiglie , quest’anno la crescita, che dovrebbe corrispondere al +15,5% circa, porterà un aumento di circa +55 milioni di bottiglie, mentre con i 3,5 milioni di ettolitri che dovrebbero originare dalla vendemmia 2016 dovremmo imbottigliare entro il 2017 circa 450-460 milioni di bottiglie”.
Scalzando l’Italia dalla prima posizione, diventa primo mercato assoluto il Regno Unito che, con capacità d’assorbimento pari al 43,35% dell’export (+38,63 % sui 12 mesi precedenti) si confronta con l’export generale che viaggiando a velocità + 29,54% nel 2016 arriva a occupare il 79% dell’intera produzione. In Italia il Prosecco Doc rimane comunque la denominazione più bevuta perché il 21% che rimane nel Belpaese vale oltre 70 milioni di bottiglie. “Se verrà confermato questo trend, nel 2017 varcheranno i confini nazionali oltre 300 milioni di bottiglie contrassegnate Prosecco Doc. Nonostante la Brexit – rivela Zanette – per ora non si registra nessuna flessione sul nostro primo mercato. La Gran Bretagna cresce del +38,63 % in volume e gli Inglesi si sono dimostrati disposti a pagare un +11,27% ogni bottiglia acquistata. Secondo mercato per il Prosecco Doc sono oggi gli Stati Uniti che, mantenendo grosso modo lo stesso trend degli ultimi anni, crescono di un ulteriore +31,75% sui 12 mesi precedenti, mentre il valore medio per ogni bottiglia registra un significativo +8,03. Curiosi i dati della Francia che vede i volumi di Prosecco aumentare del +70,26% coi francesi disposti a pagare ogni bottiglia il 13,26% in più rispetto all’anno precedente”.
“Sotto i riflettori dell’opinione pubblica il Prosecco di solito compare per la crescita del fatturato che coinvolge un numero sempre più ampio di consumatori nel mondo, ma non viene messo adeguatamente in risalto il contributo in termini occupazionali che l’economia del Prosecco attiva sul territorio – esordisce Vasco Boatto, professore ordinario di Economia e Politica Agroalimentare presso l'Università di Padova – L’ampia base produttiva, che coinvolge oltre 13.150 imprese tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, è caratterizzata da una forte presenza di aziende al di sotto dei 2 ha nelle quali il Prosecco risulta fonte di reddito molto importante”.
“Secondo i dati del Cirve – prosegue Boatto – circa un quinto degli occupati, siano essi lavoratori o imprenditori, è rappresentato da giovani (+ 7% nell’ultimo anno) con forte presenza di diplomati e laureati a dimostrazione del crescente interesse della popolazione giovanile verso questo settore. Rimarchevole anche la presenza femminile tra gli addetti, titolari o lavoratori: ben il 28%.Questi dati confermano il forte contributo del Prosecco non solo sul piano economico ma anche su quello sociale”.
Dopo la presentazione, a cura del Direttore Luca Giavi, dell’indagine commissionata ad Swg per indagare il sentiment dei risiedenti nel territorio della Doc, che conferma l’importanza del Prosecco anche nel percepito dei cittadini veneto friulani (in allegato tutte le schede, suddivise per provincia), il presidente Stefano Zanette ha posto l’accento su alcune questioni. Come la recente vicenda dell’AstiSecco, la frecciatina agli organi di stampa spesso troppo disinvolti nel dare informazioni non verificate, l’importante questione della sostenibilità delle coltivazioni (in arrivo progetti ambiziosi e innovativi come l’introduzione dei principi dell’Agroecologia, per una certificazione di sistema non più solo di prodotto) e, non ultima, la presunta guerra coi produttori del Carso.
“Come promesso – ha dichiarato Zanette concludendo l’incontro – brinderò al prossimo anno nuovo con il Prosecco di Andrej Bole, primo e per il momento unico vignaiolo a utilizzare la menzione Trieste nel suo Prosecco Doc”. E il brindisi è avvenuto alla presenza dello stesso Bole, davanti a fotografi e telecamere anche internazionali, con lo stappo delle prime bottiglie giunte appositamente da Trieste per l’occasione”.
C.d.G.