I prezzi mondiali delle materie prime alimentari sono rimasti invariati a giugno rispetto a maggio perché gli aumenti delle quotazioni internazionali di oli vegetali, zucchero e prodotti lattiero-caseari hanno compensato una diminuzione di quelle dei cereali.
A dirlo è l’indice Fao inferiore del 2,1% rispetto al valore dell’anno precedente e del 24,8% rispetto al picco di marzo 2022.
Per quanto riguarda i cereali i listini sono diminuiti del 3% in parte grazie al miglioramento delle prospettive di produzione nei principali Paesi esportatori. Registrano un aumento, invece, del 3,1% gli oli vegetali per la ripresa della domanda globale di importazioni di olio di palma e dalla forte domanda da parte del settore dei biocarburanti nelle Americhe per oli di soia e girasole.
Crescita dei prezzi anche per lo zucchero (+1,9%), dopo tre cali mensili consecutivi, come anche dei prodotti lattiero-caseari (+1,2%), con le quotazioni del burro che hanno raggiunto il massimo in 24 mesi. L’Indice Fao della carne, infine, è rimasto praticamente invariato, perchè i lievi aumenti dei prezzi delle ovine, suine e bovine hanno quasi compensato il calo di pollame.
Dal rapporto emerge, inoltre, che nel 2024 raggiungerà i massimi storici la produzione globale di cereali, toccando 2.854 milioni di tonnellate. Stessa cosa per il grano e per il riso che realizzerà il record di 535,1 milioni di tonnellate. Quanto all’’utilizzo totale mondiale di cereali nel 2024/25, dovrebbe salire a 2.856 milioni di tonnellate, in aumento dello 0,5% rispetto all’anno precedente, guidato da riso e cereali secondari. Segno positivo anche per le scorte mondiali di cereali in crescita dell’1,3% nel 2025, con la razione da utilizzare quasi invariata al 30,8%.