di Michele Pizzillo
Si potrebbe sintetizzare in una semplice affermazione la trama del Calendario Lavazza 2017: “una storia d’amore per la nostra terra”.
Una frase che abbiamo estrapolato dall’appassionato intervento di Francesca Lavazza, board member dell’Azienda che insieme a Carlo Petrini e al fotografo Denis Rouvre ha presentato il terzo appuntamento del progetto “The Earth Defenders” che Lavazza ha intrapreso con Slow Food per far conoscere i veri difensori della terra. Un progetto iniziato nel 2015 con il calendario che conteneva gli scatti di Steve McCurry in Africa e cui sono seguiti quelli di Joey L. nel Centro e Sud America con il calendario 2016. Questa volta, invece, i difensori della terra sono stati “scovati” in Asia dal fotografo francese Denis Rouvre che è riuscito, confessa Francesca Lavazza, ha fotografare volti di persone che probabilmente non conoscevano l’esistenza della macchina fotografica. Però hanno permesso a Denis di esaltare il rapporto simbiotico tra l’uomo e l’ambiente, tra i Difensori della Terra e la natura, le piante, le coltivazioni e gli straordinari scenari di terre che vanno dall’India al Laos, dal Vietnam allo Sri Lanka prima di approdare in Indonesia. In queste terre sono stati individuati i 12 volti protagonisti del Calendario Lavazza 2017 “We Are What We Live” che esalta gente che difende con amore ed energia la propria terra e, nello stesso tempo, con i loro sacrici e la loro dedizione permettono di migliorare le condizioni di vita delle comunità locali e di contrastare le nuove minacce dei cambiamenti climatici.
(Denis Rouvre)
“Rappresentano solo un microcosmo di quell’80% di contadini (ridotto adesso ad un misero tre per cento) che assicurano la produzione dei prodotti alimentari necessari alla nostra alimentazione – dice il fondatore di Slow Food, Petrini -. In pratica, la più grande multinazionale del mondo, fatta da piccole realtà produttive che, contestualmente, si sono assunte l’onere di salvare il pianeta”. Insomma, sono gli uomini del titolo del calendario: We are what we live, Noi siamo ciò che abitiamo.
Tante vero che sfogliando il Calendario Lavazza, in Indonesia per esempio le acque magiche del lago di Tanjung sembrano specchiarsi nelle labbra di un coltivatore di caffè; nello Sri Lanka, invece, la preziosa palma Kitul si perde nei lineamenti del volto di una raccoglitrice di melassa; in India migliaia di api di Kotagiri quasi si incastrano nei segni e nelle rughe di un anziano cacciatore di miele millefiori. Un modo efficace, grazie agli scatti di Rouvre, che ad ogni viso affianca un paesaggio, che ti lascia estasiato davanti all’incredibile sovrapposizione tra i tratti dell’uomo e quelli della natura. La massima esaltazione del rapporto simbiotico tra l’uomo e l’ambiente, tra i difensori della terra e la natura. Insomma, metà uomo e metà ambiente, questa è la sintesi del Calendario Lavazza “We Are What We Live”, composto da 12 coppie di fotografie affiancate. Da una parte c’è il viso di un uomo o di una donna messi a nudo, ritratti nella loro essenza e naturalezza; dall’altra c’è un luogo, un paesaggio, che rappresenta l’ambiente in cui abitano e la natura che lavorano. Negli scatti di Rouvre è come se le due metà – uomo e ambiente – si sovrapponessero e si modellassero l’un l’altra: ogni ritratto è anche un paesaggio e ogni paesaggio finisce per essere un ritratto.
“Noi siamo ciò che abitiamo. Al centro del Calendario Lavazza 2017 c’è il legame fisico, la simbiosi, tra l’uomo e il suo ambiente: l’uno non può prosperare senza l'altro – commenta Francesca Lavazza – e i due sono legati così profondamente da condividere soddisfazioni, sofferenze,intemperie, sudore. In questo terzo capitolo del progetto The Earth Defenders siamo approdati, insieme a Slow Food e al fotografo Denis Rouvre, in Asia: qui la natura esplode in tutta la sua esuberanza, ed emerge chiaramente il reciproco rapporto di difesa e di salvaguardia tra gli agricoltori, gli allevatori, i contadini e l’ambiente che li circonda. È un grande insegnamento per tutti noi, ma è anche e soprattutto un invito a rispettare e a prendersi cura della terra, ad ‘abitarla’ e ad imparare a volerle bene”.
Mentre per Petrini “c’è differenza tra risiedere in un territorio e abitarlo. Abitare ha un significato più profondo, che mette in gioco non solo la nostra relazione materiale con un luogo, ma anche e soprattutto un’intimità di tipo sociale, culturale e spirituale tra uomo e ambiente. Abitare significa avere a cuore un piccolo mondo, significa preoccuparsi di mantenerne l’equilibrio in modo che rimanga bello, pulito, armonioso e accogliente. Con il progetto The Earth Defenders ci facciamo portavoce, insieme a Lavazza, di molti prodotti di eccellenza che l’umanità e le comunità locali non possono perdere. Parlare delle coltivazioni di caffè in Indonesia, del sale marino o del miele millefiori in India significa parlare della vita delle persone, della vita del pianeta”.
La firma del Calendario Lavazza 2017, Rouvre, vincitore di numerosi premi a livello internazionale (tra cui World Press Photo 2010, 2012 e 2013), noto al grande pubblico per il suo lavoro sui sopravvissuti dello Tsunami in Giappone, come racconta la sua esperienza?. “Durante il viaggio nel Sud Est Asiatico ho sentito chiaramente che lì l’ambiente forgia in modo diretto la vita di questi uomini e di queste donne che ogni giorno lavorano e proteggono la loro terra. L’ambiente ne forgia il carattere, ne modella i volti. È proprio questo rapporto simbiotico tra uomo e natura che ho voluto esplorare attraverso l’accostamento formale di due immagini: da una parte il ritratto dell’uomo, senza orpelli o artifizi di alcun genere, dall’altra l’ambiente in cui l’uomo abita e lavora. Sono orgoglioso di aver potuto scavare nelle storie e nelle vite di questi Difensori della Terra e di testimoniare, attraverso la tecnica della ‘geografia dei volti’, come il futuro della Terra passi per il rispetto e il lavoro quotidiano di chi la terra la coltiva”.
Un fotografo che “ci ha colpito e ispirato per la sua capacità di lavorare per sottrazione, di distillare le emozioni, di eliminare tutto il superfluo e di metterci di fronte a queste persone in modo forte e diretto”, spiega Michele Mariani, executive creative director di Armando Testa che da sempre segue Lavazza.