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Scenari

Pesca del pescespada con le feluche, accordo tra Sicilia e Calabria: via all’iter per presentare domanda Unesco

19 Luglio 2024
Feluca nello Stretto di Messina Feluca nello Stretto di Messina

Il primo passo è stato compiuto. Ed è, per dirla alla maniera di Alberto Pulizzi, Dirigente Generale del Dipartimento della pesca mediterranea delle Regione siciliana, “una giornata storica”. Già, perché oggi è stato siglato tra le due regioni separate dallo Stretto, Sicilia e Calabria, l’accordo per presentare la candidatura della pesca tradizionale con le feluche, a patrimonio dell’Umanità Unesco. “Facciamo iniziare un iter – spiega Pulizzi – di rivalutazione di queste imbarcazioni, le feluche, con il loro sistema di pesca del pescespada storico e che si perde nella notte dei tempi”. Oggi, di queste imbarcazioni, se ne vedono nello Stretto pochissime. Un po’ perché, come numero, sono 12 in totale (7 in Sicilia e 5 in Calabria) e poi perché pescano solo da maggio ad agosto. “Per questo l’avvio dell’iter sarebbe importantissimo per questa comunità di pescatori, ma non solo – aggiunge Pulizzi – Intanto possiamo dire di aver rispettato quanto previsto dalle legge 9 del 2019 che, in un suo articolo, prevedeva una rivalutazione delle feluche. E poi perché si tratta di un sistema che potrà continuare ad esistere con o senza pesca”.

E Pulizzi spiega bene il suo concetto: “Ormai questo sistema di pesca è desueto, ma la sua storicità e importanza culturale, sono importantissimi e si tratta di un patrimonio che va preservato. Ecco perché abbiamo immaginato anche attività di pescaturismo per queste imbarcazioni che potranno tramandare a turisti, e non solo, quest’arte della pesca ormai in via d’estinzione”. Già perché prendere i pescespada con queste imbarcazioni non è per nulla semplice. Lo sa bene anche Slow Food che ha assegnato il presidio proprio alla pesca nello stretto di Messina (leggi questo articolo>): “E’ un’attività dalla lunga pazienza – racconta un pescatore – Usciamo per mare e stiamo dalla mattina e fino alla sera, magari non prendendo nulla, oppure vivendo per quei dieci secondi di frenesia da quando si avvista il pescespada fino a quando lo innalziamo sulla barca”. Una pesca che, spiegano gli stessi pescatori, permette di fare selezione naturale visto che gli esemplari che vengono catturati sono quelli più deboli: “I pesci in salute appena avvistano anche la sola ombra che proietta l’antenna della barca, si immergono e per noi è impossibile catturarli”. E poi questa pesca permette di mantenere un corretto equilibrio tra esemplari di grandi dimensioni che si nutrono di pesce azzurro più piccolo. Ora primo passo per l’avvio dell’iter: “Abbiamo due anni per preparare tutto il materiale utile al dossier che poi va presentato prima al ministero dei beni culturali – dice Pulizzi – e quindi all’Unesco. Tempi per una risposta? Difficile dirlo. Di una cosa siamo certi, però. Con o senza riconoscimento Unesco, non permetteremo che pesca con le feluche possa finire. Cercheremo sempre un modo per valorizzarla e tramandarla”.