Si chiama Pec, sigla che sta per Posta elettronica certificata e, da due giorni, ha fatto ingresso nel mondo delle imprese. Sicilia compresa.
Ovviamente, ci sono imprese per le quali, ormai da anni, l’informatica è di casa. Ma ce ne sono altre, soprattutto in agricoltura, dove la realtà è ben diversa. Per carità: anche nella nostra Isola ci sono aziende agricole dove si fa tutto con l’ausilio del computer. Ma chi conosce il mondo dell’agricoltura siciliana sa che ci sono realtà dove il computer non è ancora un ordinario strumento di lavoro.
In Sicilia, è noto, si registra una netta prevalenza della piccola proprietà contadina, con aziende frammentate e polverizzate: imprese agricole in certi casi molto piccole, anche di un paio di ettari.
Tutti, o quasi, per fortuna, hanno un consulente per i conti dell’azienda. Di conseguenza il nuovo obbligo, nella stragrande maggioranza dei casi, è un problema dei consulenti: ma è comunque un costo in più per i titolari delle aziende agricole della Sicilia che, oggi, non navigano nell’oro.
La Pec non è da prendere sottogamba, perché è destinata a sostituire quasi tutta la posta cartacea. In prospettiva, insomma, anche le cartelle esattoriali verranno inviate con la posta elettronica. All’esattore basterà inviare un E.mail per essere a posto con la notifica. Dunque, tutti gli agricoltori, gli piaccia o no, dovranno cimentarsi con la Pec: direttamente o tramite il proprio consulente. Ma se gli agricoltori siciliani, bene o male, riusciranno ad adeguarsi alla novità, non altrettanto può dirsi per il mondo della pesca della nostra Isola. Qui entriamo in un ‘pianeta’ che bisogna conoscere. Quando in Sicilia si parla di pesca, beh, la mente va subito a Mazara del Vallo, a Sciacca, a Porticello, a Catania, a Licata, a Scoglitti. Ma non bisogna dimenticare che, accanto alle aziende pescherecce di peso (la Sicilia rappresenta un quarto e forse della pesca italiana), ci sono tantissimi pescatori, titolari di licenza di pesca, che operano con piccole imbarcazioni.
Chi conosce il mondo della pesca sa che c’è una grande differenza tra la gente che va per mare con le piccole imbarcazioni e i piccoli agricoltori. Questi ultimi vivono, comunque, un certo grado di innovazione, anche per le attività che svolgono (tecniche di lavorazione dei terreni, concimazioni, semine, lavorazioni sui campi, raccolta, rapporto con il mercato), mentre tra i piccoli pescatori l’evoluzione è lenta e le tradizioni resistono.
Con tutto il rispetto per la Pec, ci viene difficile, se non impossibile, pensare a un pescatore tradizionale di un piccolo centro della Sicilia, abituato ad andare per mare solo con il bel tempo, che vende il pescato a chi gli capita a tiro che, la mattina, apre il tablet per vedere se gli hanno notificato qualcosa. Insomma…
Giulio Ambrosetti