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Scenari

Palermo Capitale della Cultura 2018 alla Bit: “Un marchio unico per valorizzare i prodotti”

13 Febbraio 2018
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La proposta del presidente Musumeci: “Un marchio che ci renda unici nel mondo e che valorizzi il nostro agroalimentare”


(Sandro Pappalardo, Nello Musumeci, Leoluca Orlando, Andrea Cusumano e Vittorio Sgarbi)

di Michele Pizzillo, Milano

Palermo Capitale italiana della cultura 2018. Si, effettivamente è così. “Ma Palermo Capitale italiana della cultura è un progetto di visione e non un semplice calendario di eventi: perché la sua forza sta nell’essere riuscita a mettere in rete istituzioni culturali della città, l’associazionismo e i suoi festival vitali e rodati”. 

Lo ha sottolineato il sindaco Leoluca Orlando durante la presentazione della manifestazione insieme al presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, gli assessori regionali Sandro Pappalardo e Vittorio Sgarbi, e all’assessore comune di Palermo Andrea Cusumano, alla Bit (Borsa internazionale del turismo) in corso a Milano. E’ il primo distinguo su questo importante appuntamento culturale di Palermo. Perché, dice Orlando, Palermo è prima di tutto Capitale del Mediterraneo, che è un ruolo non temporaneo, oltre che conquistato già qualche secolo fa. Poi è Sgarbi a fare un’altra importante sottolineatura: l’assoluta novità dell’integrazione tra il Comune di Palermo e la Regione siciliana per un progetto che tornerà utile a tutta la regione. Questo “permetterà di programmare grandi mostre, di valorizzare il patrimonio artistico della città, attraverso lo sfruttamento massimo dei musei nonché la possibilità di alternare arte antica con arte contemporanea e molti altri esempi che si vedranno nel corso delle mostre che saranno allestite in occasione di Palermo Capitale italiana della Cultura – ha detto Sgarbi -. Occasione che ci permetterà di evidenziare che la mafia nega la cultura”, parlando della riproduzione di un Caravaggio trafugato proprio da una cosca mafiosa, che domina lo spazio espositivo della Regione Sicilia alla Bit.

Sul sito www.palermocapitalecultura.it, comunque, è disponibile il programma completo di un progetto “originale, di elevato valore culturale, di grande respiro umanitario, fortemente e generosamente orientato all’inclusione, alla formazione permanente, alla creazione di capacità e di cittadinanza, senza trascurare la valorizzazione del patrimonio e delle produzioni artistiche contemporanee”, secondo il Ministero dei beni e delle attività culturali nell’esprimere il parere favorevole sul progetto che ha convinto il capoluogo siciliano. Tutta l’essenza del progetto Palermo, poi, è nel nuovo logo che accompagnerà un intero anno: lo firma una studentessa palermitana dell’Accademia delle Belle Arti, Sabrina Ciprì, di 22 anni, che ha racchiuso in un unico simbolo la “P” declinata dall’arabo, dall’ebraico, dal fenicio, dal greco, dal latino, a sottolineare le lingue di chi ha gettato le fondamenta della città.  

“La nostra è una città che è cambiata e cresciuta molto negli ultimi quarant’anni – ha sottolineato il sindaco Orlando -, e forse unica ad aver avuto questa capacità senza aver subito stravolgimenti politici come Berlino e Mosca, che alla stregua dalla capitale del Mediterraneo, stanno vivendo una nuova vita”. E se ne accorgerà ancora di più che visiterà Palermo nel corso dell’anno, magari a cominciare dal 2 marzo, quando l’Aga Khan Trust for Culture (Aktc) presenterà in anteprima mondiale il progetto di ricostruzione del suq, della moschea degli Omayyadi e del minareto di Aleppo, patrimonio dell’Unesco, distrutti durante la guerra del 2013. Il 10 marzo, poi, arriverà “Love difference”, il grande tavolo specchiante a forma di bacino del Mediterraneo creato da Michelangelo Pistoletto, che per 12 mesi sarà installato nel Salone delle danze della Fondazione Sant’Elia ed ospiterà iniziative e tavole rotonde sul tema del dialogo tra le culture, dell’accoglienza, del diritto alla mobilità umana. Gli appuntamenti sono tanti che è impossibile racchiudere in un articolo.

Parole di apprezzamento su quello che sta organizzando Palermo in sinergia con la Regione, sono arrivate dal presidente Musumeci che ha esordito dicendo che “non possiamo vivere di rendita; il turista va cercato e accompagnato alla scoperta delle bellezze dell’isola, che sono tantissime. Forse dovremmo partire dalla creazione di un marchio unico che faccia conoscere la nostra regione. La prima proposta la faccio io: Sicilia, il paradiso in terra”. Musumeci ha poi annunciato la decisione di creare un marchio di qualità da assegnare a ristoranti e osterie che mettono a disposizione della tradizione la propria creatività nella preparazione di piatti a base di materie prime siciliane. Senza trascurare l’immagine che arriva dai vini e dai grandi prodotti agroalimentari che siono capaci di produrre. Insieme a tutto questo, si penserà a rafforzare la continuità territoriale con un sistema viario valido; a potenziare le rotte aeree verso paesi come la Cina e il Nord Europa ma, anche, a sfruttare le potenzialità di particolari flussi turistici, come quello religioso, la riproposizione della prima gara automobilistica come la Targa Florio, a recuperare pezzi di storia più recente come gli avvenimenti della seconda guerra mondiale, visto che a Catania c’è un museo bellico che è secondo solo a quello di Londra e cercare di riportare di nuovo nell’Isola, fra due anni, questo importante avvenimento culturale, dato che per il 2020 si è candidato il comune di Agrigento.