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Scenari

Oltre 20 anni di studi sul clima de Le Morette: “L’uva Turbiana è quella più resistente”

26 Luglio 2019
Fabio_e_Paolo_Zenato Fabio_e_Paolo_Zenato


(Fabio e Paolo Zenato)

di Michele Pizzillo

I picchi delle temperature cominciano a diventare notizie di apertura di tutti i tipi di media e non solo in Italia, anche per i danni che stanno provocando alle zone viticole europee più pregiate. 

Nel nostro paese, però, c’è un’azienda che il fenomeno lo sta seguendo da un ventennio e da dieci anni a questa parte, in modo scientifico. L’azienda agricola Le Morette di Peschiera del Garda, in provincia di Verona, per cercare di comprendere gli effetti sul vino di stagioni sempre meno prevedibili, possiamo dire che ha messo sotto la lente di ingrandimento l’andamento climatico della zona del Lugana, arrivando alla conclusione che l’uva della varietà Turbiana – vitigno autoctono della zona – utilizzata nella produzione del Lugana doc, è quella che resiste meglio agli improvvisi cambiamenti climatici. 

A questa conclusione è arrivato l’agronomo Marco Tonni che, incaricato dai fratelli Fabio e Paolo Zenato, titolari dell’azienda Le Morette, ha esaminato l’andamento climatico a partire dai primi anni '90, da quando cioè si è registrato un aumento medio delle temperature che, come primo effetto, ha portato ad un anticipo della vendemmia mediamente di 10 giorni. Secondo Tonni “il cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti e il 99% dei climatologi concorda sulla gravità del fenomeno”. E l’agronomo, questo lo diceva ancora prima delle infuocate temperature di questi giorni, mentre stava riordinando gli appunti perché i fratelli Zenato volevano rendere di pubblico dominio le ricerche che avevano commissionato già alla fine degli anni '90. E, così, Tonni ha reso noto quanto è emerso dal 2008 ad oggi, sottolineando che “non si deve guardare solamente ai valori annuali relativi a temperature e precipitazioni: ad allarmare è la distribuzione nell’anno dei fenomeni, che ha portato a grande variabilità di anno in anno”.


Nello stesso periodo abbiamo così registrato annate decisamente fresche come 2010 e 2014, annate calde come 2009, 2015 e 2017 e annate sostanzialmente equilibrate come 2008, 2013 e 2016. E, passando dalle parole alla pratica, i viticoltori e l’agronomo, fanno degustare, alle cieca, 10 vini prodotti da Le Morette tra il 2008 e il 2016 nelle tre tipologie: Lugana Mandolara, prodotto con un assemblaggio di uve proveniente da diversi vigneti di proprietà della famiglia Zenato distribuiti all’interno della zona di produzione della denominazione; Lugana Benedictus prodotto da vigne più vecchie in singolo vigneto e fermentato con lieviti indigeni, Lugana Riserva, frutto di una selezione in vigna. Possiamo dire che anche ai palati più esperti non è facile ricondurre il vino all’annata. Un risultato sorprendente da ricondurre alla rusticità della varietà Turbiana, selezionata in loco, grazie al lavoro vivaistico dell’azienda dei Zenato e, quindi, più integra dal punto di vista genetico e meno condizionata da altre varietà: questo ha permesso una maggiore capacità di adattamento al territorio. La Turbiana inoltre è una vite longeva e il vigneto più vecchio, con un apparato radicale più esteso, è notoriamente meno vulnerabile. Da aggiungere, inoltre, la capacità del viticoltore di adattarsi alla stagione intervenendo con scelte agronomiche capaci di contrastare i fenomeni climatici. La modulazione del diradamento fogliare o l’uso dell’irrigazione a goccia ad esempio sono alcuni degli accorgimenti che consentono di contrastare i picchi termici.

Questa motivazione è più evidente nei vini le cui uve sono vendemmiate tardivamente, come Benedictus e Riserva. “La vendemmia posticipata ci lascia più tempo per accompagnare la vite al risultato voluto – spiega Fabio Zenato -. Ad esempio nella fredda 2014 ci siamo avvantaggiati di un mese, quando a settembre si è finalmente rivisto il sole”. Ed ecco compreso come il macrofenomeno del cambiamento climatico – non modificabile dal singolo individuo – sia comunque gestibile qualora si lavori con varietà idonee al territorio e il viticoltore sviluppi una conoscenza del proprio terroir e lo segua con la dovuta pazienza. E, aggiunge Zenato “ancor di più oggi dobbiamo tendere a quell’equilibrio tra territorio, varietà e uomo, unica strada per un’agricoltura sostenibile e di qualità”.

In occasione delle presentazione dello studio climatico del territorio del Lugana, i fratelli Zenato, per valorizzare ulteriormente le uve Turbiana, hanno fatto degustare l'ultima novità della collezione “Le Morette Metodo Classico Brut”. Un blanc de blanc ottenuto da una selezione di uve Turbiana e Chardonnay della vendemmia 2013. Le due uve sono vinificate separatamente e assemblate agli inizi di marzo dell'anno successivo per la presa di spuma. Dopo 36 mesi sui lieviti la sboccatura e l'aggiunta della liqueur d’expedition preparata principalmente con vino della stessa annata, affinato in botti di rovere, che dona complessità ed eleganza al Metodo Classico Le Morette. Ne è risultato un vino che si presenta di colore giallo paglierino e riflessi dorati brillanti, un perlage sottile e persistente. Al naso è complesso ed intenso, caratterizzato da ampi sentori di nespola e mandorla fresca e un lieve fondo di crosta di pane. In bocca è ricco, vellutato e persistente, sottolineato da leggeri ed eleganti sentori balsamici nel finale che donano freschezza all'assaggio. Un esempio di come “fare esprimere le potenzialità del territorio del Lago di Garda attraverso un'ulteriore declinazione”, dice Fabio Zenato.