Olio di soia addizionato con clorofilla che veniva venduto per extravergine in Italia e all’estero. E’ quanto hanno scoperto nel corso di un’indagine i Carabinieri dei Nas di Foggia, in cooperazione con Eurojust, l’Agenzia dell’Unione Europea per la cooperazione giudiziaria penale e con Europol per gli aspetti operativi transnazionali.
L’operazione denominata “Oro Giallo” ha smascherato il sodalizio criminale, formato da 24 persone, che vendeva migliaia di litri di finto extravergine a un prezzo che oscillava tra i 5 e i 10 euro a fronte di un costo di circa 1,2 euro al litro. “Si tratta di un’operazione importante che evidenzia un problema atavico del settore, quello delle frodi, fenomeno che si acuisce sistematicamente durante le stagioni in cui il prodotto scarseggia – spiega David Granieri, presidente di Unaprol, Consorzio olivicolo italiano – La scorsa annata è stata la peggiore degli ultimi 25 anni con sole 175mila tonnellate a causa delle gelate e della Xylella, con conseguenze disastrose per tutta la filiera e per la tutela della salute dei consumatori. In una situazione del genere, infatti, con importazioni record da altri Paesi, sul mercato è possibile trovare di tutto. Per questo è necessario non solo intensificare i controlli ma anche far sì che ci sia omogeneità durante le operazioni di verifica, ad esempio in riferimento al livello di acidità dell’olio extravergine d’oliva, il cui limite è fissato a 0,8% e non a 1, come emerso da recenti incontri. A riguardo, Unaprol, da sempre in prima fila nello sviluppo delle attività per la tracciabilità del prodotto, da mesi sta portando avanti una proposta per l’abbassamento di tale valore a 0,5% proprio per contrastare in maniera più efficace frodi e speculazioni che si concentrano nella zona di confine. Un’iniziativa che ha già incontrato il supporto di importanti autorità e associazioni di consumatori, italiane e straniere, e che intendiamo proseguire con grande fermezza e decisione”.
C.d.G.