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Scenari

Nutriscore, l’Europa prende tempo: nuovo rinvio di sei mesi (forse un anno)

28 Dicembre 2022
Nutriscore Nutriscore

Nuovo capitolo per la questione nutriscore.

Si tratta di un’etichetta ideata in Europa che serve ad indicare ai consumatori le qualità nutrizionali dei prodotti che a loro vengono venduti. Da molte parti, Italia compresa, non era stata ben vista perché il sistema a colori, ossia dal verde (buono) al rosso (cattivo), raddoppiato da cinque lettere, dalla A alla E, metterebbe sotto una cattiva luce alcuni dei prodotti-simbolo dell’Italia, come il vino, il formaggio o l’olio di oliva. In Francia il nutriscore è operativo dal 2017 e sono gli stessi transalpini che stanno spingendo affinché tutti i paesi membri lo adottino. Nel 2020, la Commissione europea ha adottato la strategia Farm to Fork (dalla fattoria alla forchetta) e si è impegnata a rendere obbligatorio un sistema di etichettatura “salutare” unico in tutta l’Unione europea. E pareva che il Nutriscore fosse quello scelto. L’Italia si è opposta, in quanto ritiene che il modello francese penalizzi i prodotti italiani, soprattutto quelli Dop e Ipg: ha dunque condotto, attraverso il governo Draghi e poi il governo Meloni, un’azione che è risultata nel rinvio della decisione della Unione europea: un ulteriore motivo di attrito tra Roma ed Emmanuel Macron. Ora, Bruxelles condurrà un’analisi su diversi sistemi di etichettatura, ne presenterà le conclusioni entro metà 2023 e (forse) l’esito sarà adottato dal 2024. Da qui le polemiche nei confronti di Roma e per estensione a Bruxelles: capitolate di fronte alle lobby agro-alimentari, protezionismo gastronomico in azione. I sostenitori del Nutri-score dicono che si tratta di un sistema scientifico.

Il Nutriscore si basa su un algoritmo che considera i prodotti più o meno nocivi in cento grammi o cento millilitri di un prodotto e (un po’ meno) quelli benefici. Secondo i critici, è un sistema assurdo, che confonde i consumatori e penalizza prodotti tipici come il parmigiano reggiano, e in genere i formaggi italiani, il prosciutto crudo, l’olio d’oliva. La questione sembra complessa ma può essere ridotta a un concetto semplice: il Nutri-score di fatto dice al consumatore “compra questo prodotto che ha il segno verde, non comprare il rosso o l’arancione”; ben diverso — come sostengono i produttori italiani — è mettere etichette informative, senza intimazioni a semaforo.

C.d.G.