Quest’anno la sala stampa del Vinitaly non era così grigia. Ci ha pensato l’AGbD – Associazione Sindrome di Down Onlus – di Verona a colorare quei corridoi silenziosi. Allo stress del pezzo da pubblicare, della chiusura dell’ultima ora o del più in generale delirio stampa “da Vinitaly” c’erano i sorrisi di Serena, Andrea e Alessio. Alcuni degli oltre 150 ragazzi affetti dalla sindrome di Down che attraverso il lavoro dei volontari e dei professionisti dell’associazione stanno sviluppando, con calma e serenità, le proprie capacità. E di energia ed entusiasmo ce ne vuole per stare tutto il giorno al bancone del bar coi tanti giornalisti, fotografi e addetti stampa che in questi giorni affollavano la sala ristoro. Al mattino allora la colazione era cappuccio, brioche e il sorriso di Silvia; poi c’era Giulia che arrivava a metà mattina con il vassoio di pane e salame, senza disturbare troppo perché i rumori delle testiere erano “assordanti”.
Per la pausa pranzo la squadra era, invece, al completo per servire riso e bottigline d’acqua. “Li prendo io tutti i tappi” perché è Serena che si occupa di racimolarli. Con quelli, poi, l’associazione proverà ad acquistare delle sedie a rotelle. Bisogna che si allenino tutti. Il bancone bar del Vinitaly è solo il bancone di prova per “APEn’DOWN” Il progetto di inclusione lavorativa ideato da Agdb per i suoi ragazzi. “Puntiamo ad acquistare un food truck. Un’Ape (da qui il nome del progetto) che sarà gestito direttamente da loro” dice l’organizzatrice Francesca Lazzarin. “L’obiettivo è autofinanziarci, ma l’aiuto delle persone è essenziale in questa fase”, spiega Andrea, uno dei tanti volontari che nel mentre aiuta Alice a preparare un aperitivo analcolico appena ordinato da un giornalista. E’ offerto da VeronaFiere. Il prossimo sta a noi offrirlo. Matteo, Alice e Jessica stanno già studiando le basi per i nuovi cocktail.