Arriva forse lo stop definitivo alla vicenda del Nebbiolo da inserire nel disciplinare della Piemonte Doc. Dopo il “no” del consorzio di tutela del Barolo e Barbaresco (leggi qui), Filippo Mobrici, presidente del Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato ha fatto sapere che ritireranno la loro proposta sul Nebbiolo.
“Ripercorrendo le tappe della proposta d’inserimento della tipologia Nebbiolo nel Disciplinare Piemonte Doc, indebitamente definita come una guerra tra Langhe e Monferrato, è necessario ricordare come essa si inserisca in una complessiva revisione di tale Disciplinare – ha detto Mobrici -, in cui da sempre trovano spazio tutti i principali vitigni coltivati in Piemonte. Detenendo il nostro Consorzio i poteri di tutela sulla Doc in oggetto, e a fronte di una precisa richiesta proveniente da numerose aziende, abbiamo deciso di inserire anche la tipologia Nebbiolo nella proposta da sottoporre al giudizio della filiera e degli organi competenti. L’unica valutazione di merito che abbiamo compiuto riguarda l’esistenza di un rapporto tra il territorio su cui la Denominazione insiste e il vitigno oggetto di richiesta. E nel caso del Nebbiolo il suo legame con il Piemonte è indiscutibile, come dimostrano i documenti storici, le molte Denominazioni a base Nebbiolo e il suo diffuso utilizzo come uva da taglio, laddove non esiste possibilità di rivendicarlo in quanto tale. Convinti dell’importanza di un sistema che, nell’offrire una Doc di ricaduta comprensiva di tutti i vitigni coltivati, garantisca un appropriato livello di qualità, ci siamo ispirati a quello che a nostro avviso è un testo serio e misurato: il Disciplinare del Langhe Doc Nebbiolo. Riteniamo che tale proposta fosse un valido punto di partenza per la discussione”.
Ma Mobrici ha letto tanti giornali in questi giorni: “Vista la contrarietà di una parte della filiera a questa soluzione, abbiamo acconsentito a sospenderla, dandone comunicazione nelle sedi opportune. Orientando dunque il nostro impegno verso un progetto che verta attorno al Monferrato e al suo consolidato rapporto con questo vitigno, non possiamo che ribadire piena soddisfazione per il riconoscimento che il Comitato ha fatto riguardo la vocazione del Nebbiolo, patrimonio dell’intero Piemonte”.
C.d.G.