La sostenibilità è sempre più un mantra per Relais & Châteaux, il gruppo nato in Francia 70 anni fa e oggi presente in cinque continenti, 64 Paesi, con 580 dimore. E l’Italia, nei numeri, è la terza Delegazione per di associati (dopo la Francia e gli Stati Uniti). Ne avevamo parlato in questo articolo prima del Congresso di Parigi, attraverso un’intervista al delegato per l’Italia, Danilo Guerrini.
In un evento a Milano è stato fatto il punto sui 12 impegni per la sostenibilità che Relais & Châteaux ha preso con l’Unesco. Obiettivi che includono tutte le parti interessate di questo grande ecosistema e che si riassumono in tre missioni: preservare le tradizioni culinarie e di ospitalità nel mondo, contribuire alla protezione e allo sviluppo della biodiversità e adottare azioni quotidiane per un mondo più umano.
Nel 2014, Relais & Châteaux ha redatto un Manifesto affermando i propri impegni per costruire “un mondo migliore attraverso la cucina e l’ospitalità”. Oggi la promozione passa inevitabilmente dalle dimore e dal modo di viverle. Lo ha detto bene in conferenza stampa Danilo Guerrini, che oltre a essere il delegato italiano è anche General Manager di Borgo San Felice Resort: “Siamo una famiglia. E la delegazione italiana con le sue 521 dimore è diventata negli fucina di talenti che si sono spostati a livello internazionale”.
Un impegno, quello per la conservazione delle tradizioni, che Guerrini prende anche nella sua dimora: “Lo facciamo, per esempio, con l’Orto e l’Aia Felice come emblema e sintesi di questo approccio: un progetto di inclusione sociale promosso da Fondazione Allianz UMANA MENTE nato nel 2012, con il quale offriamo ad alcuni ragazzi con disabilità un’opportunità di crescita e ingresso nel mondo del lavoro, facendoli sentire utili per la comunità ma anche responsabili del proprio lavoro. Oppure ancora con l’approccio rigenerativo e di precisione alla viticoltura per tutelare l’ambiente e contrastare gli effetti del cambiamento climatico; il Vitiarium progetto sperimentale dagli anni ’80 per salvaguardare i vigneti autoctoni”.
A lui fa eco Lars Seifert, direttore della comunicazione internazionale: “Nel congresso 2024 è stata sancita operatività pratica del Manifesto della sostenibilità. Siamo più forti quando lavoriamo insieme e la partnership con Unesco lo dimostra. È necessario preservare il bello, la diversità della cucina la creazione di un mondo più umano. Bisogna preservare le tradizioni culinarie e la biodiversità”.
Proprio per questi motivi è nata una commissione per la sostenibilità di cui fa parte Vittoria Ferragamo, proprietaria del Borro in Toscana che fa degli esempi pratici per dimostrare come una struttura Relais & Châteaux possa fare la differenza: “Nei nostri ristoranti adottiamo la filosofia farm to table, utilizzando, ove possibile, ortaggi coltivati e prodotti semilavorati di nostra produzione per garantire qualità e sostenibilità. Negli ultimi 18 mesi sono state aperte o ampliate nuove aree della tenuta (aie, vin cafè orto del prete), ristrutturando edifici già esistenti e preservandone la storia, rispettando il patrimonio paesaggistico del luogo. E poi l’implementazione di un ovile alimentato grazie a pannelli solari istallati sul tetto per la produzione di prodotti caseari”. E dal patrimonio boschivo alla viticoltura biologica, Il Borro, come tutte le altre strutture, vuole conservare le tradizioni in modo consapevole. “Nella tenuta – dice ancora Ferragamo – sono presenti diverse botteghe offerte in comodato d’uso agli artigiani, tra cui un orafo, due laboratori tessili, una pelletteria e due pittori. L’ultima arrivata, “Tessutiamo”, fila la lana e produce accessori riutilizzando la lana delle nostre pecore, sostenendo così l’artigianato e la valorizzazione delle risorse locali”.
Ospiti nel capoluogo lombardo del Luogo Aimo e Nadia, una delle dimore ristorative del gruppo, è la proprietaria Stefania Moroni a rendere bene l’idea di come si possono cambiare le cose. Ne parliamo durante il pranzo, mentre assaggiamo un olio extravergine di oliva bio prodotto in Puglia con la varietà Coratina per Aimo e Nadia.” La filosofia “Territori” – dice Moroni – rappresenta un’azione concreta e tangibile che incarna l’impegno nel preservare le tradizioni culinarie italiane attraverso l’uso di ingredienti del territorio, ci impegniamo a portare avanti la ricca eredità gastronomica del nostro paese. Inoltre, ci impegniamo a contribuire alla protezione e allo sviluppo della biodiversità collaborando con produttori locali che adottano pratiche sostenibili e biologiche”.I produttori che fanno parte del progetto Territori sono stati scelti in quanto maestri, artigiani, scienziati, divulgatori e tutori di materie prime uniche di un singolo territorio, persone in grado di preservare e allo stesso tempo di tramandare e far conoscere la meraviglia che ogni giorno coltivano, producono e condividono con noi. Basti pensare che Stefania Moroni ha contatti diretti con i suoi fornitori e “inventa” prodotti in base a ciò che offre il territorio, come le marmellate che arrivano dai frutti e dalle erbe raccolte a mano nella provincia di Siracusa.
Impegni presi e messi in pratica ogni giorno, nel rispetto dei clienti e dell’universo.