“Mettiti a posto o ti facciamo saltare in aria. Cercati un amico”.
Questo, nel 2019, il pacco fatto recapitare al cavalier Giuseppe Condorelli, titolare della storica azienda dolciaria di Belpasso, in provincia di Catania, celebre per i suoi torroncini. Un messaggio chiaro e preciso, con tanto di bottiglia incendiaria, che pretendeva che Condorelli, premiato anche con il nostro Best in Sicily come miglior bar nel 2016 e cavaliere del lavoro nel 2019, si piegasse alle volontà dei mafiosi e iniziasse a pagare il pizzo. Ma il cavaliere andava spedito dai carabinieri a denunciare il tentativo di estorsione che comunque stava già indagando sul clan mafioso. Oggi la fine dell’indagine, che ha portato all’arresto di 40 persone, dieci dei quali ai domiciliari, tra Catania, Siracusa, Cosenza e Bologna. Gli investigatori del Comando Provinciale Carabinieri di Catania, coordinati dalla Dda, hanno anche chiarito che tra le attività criminali condotte dai gruppi mafiosi riconducibili alla famiglia Santapaola-Ercolano, operanti in provincia di Catania, c’era anche il progetto di far arrivare ingenti carichi di cocaina dall’Ecuador occultata in container contenenti banane. Non era la prima volta che Condorelli riceveva queste “attenzioni”. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, negli anni l’azienda aveva ricevuto minacce e richieste di denaro, cui però l’azienda aveva resistito, fino alla decisione di denunciare. Tra gli elementi dell’indagine, anche una telefonata tra due affiliati al clan. Nella conversazione i due parlavano dei rischi che si possono correre al tentativo di estorcere denaro ad un personaggio di rilievo nazionale come il produttore dei torroncini: così la mafia dell’hinterland pedemontano dell’Etna aveva cambiato strategia e abbandonato l’idea di continuare a tentare l’estorsione.
C.d.G.