Il caso de Il Cappero di Vulcano dove alla bravura di un giovane chef si affiancano altre figure così talentuose da diventare un riferimento
Cosa rende grande un ristorante? Lo chef, è indubbio. La location, certamente. E poi materia prima e vini fanno la loro parte. Ma non possiamo trascurare altri “ingredienti” e professionalità. Come per esempio i registi della sala, il front office del cliente seduto a tavola.
Compito solo apparentemente più semplice, in realtà il più delicato e complesso lavoro. Perchè come ama ripetere un principe della sala come Alessandro Pipero (leggi qui il suo decalogo del buon cliente) in sala si gioca tutto, ad un errore in quel contesto non puoi più rimediare, troppo tardi. Invece in cucina puoi ancora fare qualcosa. Premessa per parlare di un'esperienza di altissima qualità vissuta al Therasia Resort. Dello chef e della sua bravura ne abbiamo parlato qui e i suoi anelletti risottati alle vongole con fagiolo badda di Polizzi e refoli profumati di origano sono scolpiti nella nostra memoria come uno dei piatti più folgoranti tra quelli assaggiati negli ultimi tempi. Ma come non parlare di altro? Perchè per quanto possa essere bravo un giocatore i campionati li vince la squadra. E senza squadra non si va da nessuna parte.
(Salvio Di Scala)
Per questo partiamo dal maître de Il Cappero (e quindi del Therasia) che rappresenta un chiaro esempio di cosa vuol dire svolgere un ruolo come il suo in una location tra le migliori del Sud Italia. Salvio Di Scala è precisione svizzera, ragione e sentimento tutto insieme. Dalla gestualità al dialogo, impeccabili. Segno di un lavoro di formazione di alto livello. Insieme a qualcosa di innato. Talento e fatica, insomma. Fateci caso. Mentre parla con voi riesce a seguire quello che succede attorno a lui. Non accadesse che gli sfugga qualcosa dal tavolo vicino. Perchè infatti non accade. E l'approccio è disarmante per chiunque. Il risultato è memorabile anche per chi frequenta tanti ristoranti.
(Andrea Prizzi)
Un'altra figura chiave della squadra è il sommelier Andrea Prizzi. Ce n'eravamo accorti del suo lavoro, un cesellatore finissimo tra i tavoli del ristorante. Poi abbiamo sfogliato la carta dei vini, che è una sorta di sceneggiatura. D'altra parte per andare bene in scena serve un testo, ce lo insegnano i grandi autori della letteratura greca. E cosa ha fatto Andrea Prizzi? Ha compliato di suo pugno una carta dei vini che non è il solito elenco di vini con i prezzi accanto, ma qualcosa di più. Un wine book come lo ha definito lui stesso con brevi testi sulla magia del vino, aforismi, poesie (anche dello stesso Prizzi), il tutto divertente e istruttivo. E poi una parola, una sola parola appena per descrivere un vino. Magari a volte potrebbe non bastare ma vi garantiamo che aiuta moltissimo a capire ciò che state bevendo. E così si va dal “magnifico” Trebbiano d'Abruzzo 2005 di Valentini al “ripido” Fiano Particella 906 di Ciro Picariello, dal “number 1” Faro Palari 2008 di Salvatore Geraci al “buonissimo” Lagrein riserva 2012 di San Michele Appiano. La carta non è sterminata, ma molto pensata. E sfogliandola vi sembrerà che non manca nulla. Francia, Italia, Sicilia, Etna, resto del mondo. E sugli abbinamenti lasciatevi guidare dal sommelier. Così alla fine se mettete insieme Di Salvio e Prizzi capirete perchè quella di una cena al Therasia può diventare un'esperienza formativa per toccare con mano punte d'eccellenza. Ma per quanto Di Salvio e Prizzi siano i solisti che fanno la squadra, non si può prescindere neanche dalla figura di Umberto Trani, il direttore del Therasia. Anche in questo caso la formazione non gli ha fatto difetto. Anzi. Il ccordinamento è tutto suo. Il resto lo fa lo scenario. Le Eolie, il mare blu, la luce. Volete altro?
F. C.
Il Cappero c/o presso Therasia Resort
Località Vulcanello
Isola di Vulcano, Eolie, Messina
090 985 2555
Chiuso: mai
Ferie: variabili in inverno
Carte di credito: tutte
Parcheggio: no