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Scenari

Maule: “Il vino naturale è da fighetti? Quanta ignoranza…”

17 Luglio 2024
Angiolino Maule - ph Vincenzo Ganci, Migi Press Angiolino Maule - ph Vincenzo Ganci, Migi Press

Un botta e risposta a distanza quello fra Angiolino Maule, presidente di VinNatur e Oscar Farinetti. L’argomento? Il vino naturale, ça va sans dire. Mentre per l’imprenditore piemontese, il vino naturale è da “fascista” e “roba da fighetti”, per Maule “è una macchina che nessuno può fermare”. A raccogliere le parole di Maule è il Gambero Ross, in questa intervista>. “Resto male vedendo questa aggressione che proviene da personaggi illustri che stimo, ma che sono ignoranti quando si parla del nostro settore. Ignoranti ma continuano a spaccare i maroni – dice Maule – Noi abbiamo studiato tantissimo e abbiamo bisogno di conoscere ancora di più. Noi lavoriamo sulla prevenzione. C’è tanta invidia. Forse perché stiamo rubando sette milioni di bottiglie al mercato tradizionale e perché siamo arrivati nelle migliori piazze del mondo. È un problema di ignoranza. Lasciatemi fare questo esempio: purtroppo non parlo l’inglese, sono del tutto ignorante in merito, ma non per questo odio gli inglesi o li definirei fascisti o fighetti. Le aggressioni che riceviamo sono solo distruttive. Dovrebbero vergognarsi”.

Insomma, Maule non usa certo la diplomazia e non le manda a dire: “Pensano ancora che il naturalista sia quello con la maglia a uncinetto e la barba lunga. Invece noi abbiamo studiato e approfondito. Sono indignato verso questi ignoranti. Si dovrebbero vergognare. Non sanno e danno la colpa agli altri. Noi lavoriamo sodo in vigna da mattina a sera, senza andare a colpevolizzare i nostri vicini o fare gli altezzosi. A Gambellara ci confrontiamo tutti, non vedo questa figaggine. Sappiamo che nell’annata qualcosa potrebbe andare storto. Ecco perché pratichiamo l’umiltà e ci facciamo in quattro per spiegare il nostro approccio: non è affatto vero che ce la tiriamo. In più, ritengo che nel vino c’è spazio per tutti”. Come di consueto Maule spiega le difficoltà del lavorare “in naturale”, senza l’uso di pesticidi e con tantissima cura in cantina. “Quando c’è l’arresto della fermentazione, i produttori convenzionali mettono alte dosi di solfiti e poi lieviti selezionati che portano a termine il processo. Si tratta di una pratica legale certamente, non lo discuto, ma noi abbiamo scelto un’altra strada: dobbiamo prestare tante attenzioni in più, facciamo i monitoraggi dieci volte di più dei nostri colleghi convenzionali che invece con i lieviti selezionati sono abituati a dormire sonni tranquilli. Insomma, altro che approssimazione, il nostro lavoro è molto più certosino”. E che la strada intrapresa sia quella giusta, Maule ne è sicuro: “Siamo tenuti in considerazione nei grandi ristoranti e nei paesi che hanno maggiore preparazione culturale“. La questione, semmai, ruota sempre attorno al termine “vino naturale”: “Non sono affezionato a questa espressione – dice Maule – chiamiamolo come vogliamo: non mi disturba, ma non tocca a me fare una battaglia sul nome. Però dobbiamo anche tenere presente che in qualsiasi parte del mondo si usa proprio l’espressione vino naturale”. E allora lo spiega lo stesso Maule cosa è un vino naturale: “È molto semplice: vino naturale significa no chimica in campagna, no chimica in cantina e poi lavorare tantissimo sulle difese della pianta. Su questo abbiamo fatto tanto studio con l’aiuto delle università. È un modello culturale basato sull’accumulo di tante conoscenze e su tanta sperimentazione”.

Nonostante il grande successo tra i giovani, però, c’è chi accusa il mondo del vino naturale di tirarsela un po’. Nascono tanti winebar esclusivamente dedicati a questo prodotto e a qualcuno sembra un messaggio di esclusione. «L’autoghettizazione non mi piace, sono contrario a creare dei circoli chiusi. Ma questo non dipende da me che faccio solo il produttore. Consideriamo pure che stiamo parlando di un 3-4% dei consumatori mondiali. Ancora abbiamo tanta strada da fare. Ma nella mia esperienza il dialogo è molto presente insieme con una buona maturazione delle nostre conoscenze in cantina. Ormai possiamo dire che i vini naturali, benché realizzati senza solfiti, sono capaci di esprimere una buona longevità. Ecco perché non capisco più gli attacchi gratuiti: non possiamo più accettare di essere definiti fascisti”.

Ma un vino naturale come deve essere? E’ vero che deve avere dei difetti? “Ma quando mai – dice Maule – I nemici del nostro movimento sono proprio quelli che apprezzano i difetti. Nei workshop che organizziamo mettiamo in degustazione i vini di tanti produttori. Quelli difettosi saranno 10 su 240. Quando li trovo, prendo il produttore da parte e glielo dico senza giri di parole: se fai così il vino, sputtani tutto il nostro movimento. Il nostro vero nemico non è più il convenzionale ma il finto naturalista: quello che si dice tale ma ha usato comunque la chimica oppure quello che vuole spacciare per pregio ciò che è un difetto. Ma noi dobbiamo andare avanti: nel nostro movimento non c’è un punto di arrivo”.