La chiama “mancia”. Senza usare mezzi termini.
Lui è Massimo Bottura, chef tristellato dell’Osteria Francescana di Modena e uno dei più celebri nel mondo. E’ stato ospite dell’assemblea di Fipe-Confcommercio e, come racconta Italia a Tavola, ha parlato in un intervento “passionale e pieno di enfasi”, come lui stesso lo ha definiti. Ed è stata l’occasione per lanciare un attacco al Governo, con la “mancia” come l’ha chiamata elargita ai ristoratori in difficoltà. “Ho sentito frasi piene di burocrazia -dice Bottura – Noi dopo esserci adeguati tra mascherine, gel, saturimetri, scanner e purificazione dell’aria e misure di sicurezza ci siamo visti riconoscere solo 865 euro. Di cosa stiamo parlando? Ci sentiamo abbandonati a noi stessi. Non abbiamo alcun appoggio. Coi ristori non pago neanche gli stipendi, non vado da nessuna parte”.
Poi lo chef prosegue parlando dell’arrivo della cassa integrazione, anche se “con ritardi mostruosi, infatti l’ho dovuta anticipare io ai miei ragazzi”. Quello che è stato fatto dal governo insomma non è stato giudicato sufficiente: “Abbiamo ottenuto la sospensione della seconda rata di tasse, ma la prima l’abbiamo già pagata”. E non è ovviamente tanto un problema della sua Osteria Francescana, che “può andare avanti”, anche perché Bottura, che rappresenta un marchio dal valore stimato di 200 milioni di euro, lavora nel mondo, “a Dubai, a Las Vegas”, come ha detto il diretto interessato. “Ma chi si occupa di tutti gli altri? La ristorazione è il primo turismo per cui gli americani vengono in Italia, ma è una questione di qualità, non di quantità. Siamo diventati delle botteghe rinascimentali dove facciamo cultura”. Secondo Bottura, che aveva scritto anche una lettera al premier Giuseppe Conte chiedendo di rispettare il mondo della ristorazione, “«vanno divise le categorie: bar e ristoranti. Portiamo la ristorazione a un certo livello. Siamo l’asse portante della nostra identità. La politica è fatta di coraggio e di sogni, è simile alla poesia, e deve cercare di proteggerci e di valorizzarci”.
C.d.G.