Al Salone del Gusto di Torino apertosi oggi il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania (nella foto) ha commentato lo stato del negoziato sulla Politica Agricola Comune che vede impegnati in prima linea gli Assessori regionali all'agricoltura come promotori di un documento per la riforma.
E dopo un incontro tenuto con loro, alla presenza dell'assessore all'agricoltura della Regione Puglia Dario Stefàno, il coordinatore dell'iniziativa, Catania a Lingotto fiere ha annunciato la determinazione a portare avanti l'istanza avanzata dal Paese in sede comunitaria, a difesa del comparto agricolo alla luce dei tagli del budget annunciati dall'Unione Europea e della ripartizione dei fondi che penalizzarebbe molti territori vocati alla produzione di eccellenze enogastronomiche.
“Il primo dato da evidenziare con soddisfazione in merito al negoziato in corso per la riforma della Politica agricola comune è senza dubbio relativo al ritrovato spirito di condivisione e di sistema tra le Regioni, il Governo, le organizzazioni agricole e i rappresentanti italiani in Parlamento europeo. Questa unità è fondamentale per poter agire in maniera incisiva e portare avanti le istanze del nostro Paese in sede comunitaria”.
“Per quanto riguarda lo stato attuale del negoziato – ha aggiunto Catania – non c'è dubbio che la questione principale al momento sia quella relativa al dibattito sul bilancio finanziario complessivo dell'Unione europea, sul quale al momento non sembra facile trovare un accordo per i tempi che erano stati ipotizzati poche settimane fa, quando si pensava di poter chiudere l'accordo per la seconda parte del prossimo mese di novembre, periodo nel quale è stato convocato un vertice dei capi di Governo proprio su questo tema. Come sappiamo, il budget riservato all'agricoltura è legato a doppio filo a questo negoziato. Ad ogni modo ritengo opportuno sottolineare, anche in questa occasione, che il mio impegno in tale direzione è massimo e che tutto il Governo condivide questa linea, mirando a ottenere un livello di risorse congruo”.
“Inoltre – ha spiegato il Ministro – stiamo continuando a lottare a Bruxelles, e anche in questo abbiamo l'appoggio del nostro Governo, per fare in modo che la Commissione europea non consideri come criterio prevalente per la ripartizione dei fondi quello della superficie agricola. Ci siamo sempre opposti a questa proposta, dal momento che penalizza fortemente l'agricoltura italiana che vanta un alto livello di qualità pur con una superficie limitata e con una Produzione lorda vendibile per ettaro molto alta. Continuiamo a spingere verso questa direzione e spero che raccoglieremo dei risultati positivi”.
“Un altro tema fondamentale del negoziato è sicuramente relativo alla necessità di semplificazione. La proposta della Commissione impone infatti sistemi burocratici più complicati rispetto al passato. Sono convinto invece che serva fare delle modifiche agli assetti attuali per ottenere una maggiore semplificazione e andare incontro alle esigenze degli agricoltori”.
Il Ministro Catania ha anche parlato della questione delle assicurazioni. “Rappresenta – ha osservato Catania – un elemento fondamentale per la riforma della Pac. Le polizze assicurative devono essere maggiormente incentivate e la Pac deve riuscire a fornire degli strumenti più efficaci, sia contro i rischi delle le calamità naturali e sia per contrastare le crisi di mercato”.
Il Ministro ha, infine, affrontato il tema relativo al ddl contro il consumo del suolo agricolo, per il quale proprio oggi le Regioni hanno chiesto un rinvio dell’esame proponendo al governo l'apertura di un tavolo tecnico per l'elaborazione di un documento condiviso che concili le esigenze dell'ambiente con quelle dell'agricoltura. “Il 30 ottobre – ha concluso Catania – mi aspetto un colpo d’ala da parte delle Regioni, affinché esse possano cogliere l’urgenza della questione e dare una risposta concreta anche all’opinione pubblica che chiede di fermare la cementificazione dei terreni agricoli. In questo momento è fondamentale dare un segnale immediato per frenare questo processo”.