di Roberto Chifari
“Un evento dedicato al vino in autunno”, la proposta, rilanciata più volte in queste settimane, è stata portata avanti dal dirigente generale di Veronafiere e Vinitaly, Giovanni Mantovani.
“Siamo convinti che questa difficile situazione non lasci spazio ad eventi facili – ha detto in occasione dell’Italian Wine in Evolution – Per questo Veronafiere e Vinitaly si sono messe a disposizione della filiera per pensare ad un evento straordinario al servizio del vino italiano. Stiamo pensando ad un evento che si svolgerà in contemporanea con wine2wine”. Una dichiarazione che non lascia molto spazio all’interpretazione, dato che ai piani alti di VeronaFiere si sta cercando da settimane un’uscita di emergenza per salvare in extremis il settore fieristico del 2020. Eppure, un’apertura verso un evento come il Vinitaly, et similia, in autunno o a novembre significherebbe concentrare a Verona migliaia di persone, addetti ai lavori e i cosiddetti winelover tra i padiglioni del PalaExpo. Oppure significherebbe doversi accontentare di un evento monco, con tante limitazioni e ristrettezze organizzative pur di poter dire “ce l’abbiamo fatta”. Qualunque direzione si decida di intraprendere è un rischio che ad oggi non si può correre. Dalle parole di Mantovani è chiaramente condivisibile l’intento e la voglia di ripartire il prima possibile. “La partecipazione potrebbe avvenire con supporti digitali o anche con presenza fisica, a seconda delle condizioni del momento”. Eppure una dichiarazione del genere – rilanciata persino dalla pagina ufficiale Instagram di Vinitalyinternational – stride con la situazione attuale che ogni giorno, come un bollettino di guerra, racconta di centinaia di persone che non ce l’hanno fatta nella lotta contro il nemico invisibile.
È necessario prendere coscienza che un evento, qualunque evento, che accolga migliaia di persone in un unico luogo adesso è impensabile. Non è proprio programmabile, perché non è ancora chiaro se il virus possa tornare in autunno come accade con l’influenza oppure no. Non è chiaro se R=0, ovvero la capacità di trasmissione del virus sarà sopra o sotto lo zero da qui a novembre. Le uniche armi che ad oggi si conoscono per limitare la diffusione del contagio sono: il distanziamento sociale, i dispositivi di protezione individuale e condizioni igieniche da sala chirurgica. Precauzioni utili per evitare la trasmissione stessa del virus, ma non per sconfiggerlo. Ad oggi organizzare qualunque evento che preveda la presenza di pubblico è impensabile, l’unica cosa che è fattibile è pensare ad un’organizzazione per il 2021 con nuove regole, nuove abitudini che dovrebbero essere consolidate da qui ad un anno. A Verona sono quindi già al lavoro e fiduciosi per Wine2Asia, in calendario dal 9 all’11 novembre possa realizzarsi. “Se le cose andranno nella direzione che attualmente osserviamo, Wine2Asia potrebbe rappresentare il primo appuntamento per la riapertura di quel grande mercato”, ha commentato di dg di Veronafiere e Vinitaly.