Otto anni limite di quote o super tasse sulle importazioni dall’Italia e dall’Europa.
E’ quanto minaccia di fare il governo brasiliano per salvaguardare il vino locale. Ennesima strozzatura per i produttori italiani che esportano, o vorrebbero esportare, nel Paese. Fra il 2006 e il 2010 le importazioni di vini dall’Italia sono aumentate de 56%. Il Brasile ha speso quasi 30milioni di dollari nell’import di vino nei primi due mesi di quest’anno. E proprio a fronte di queste cifre nasce la volontà di arginare l’invasione dei vini europei.
La proposta di salvaguardia viene proprio da oriundi italiani, dai così chiamati «veneti» del Rio Grande do Sul, un’enclave dell’immigrazione italiana iniziata nel 1875, che ha trasformato le colline della Serra Gaucha di Caxias do Sul, Garibaldi e Bento Gon‡alves, in enormi splendi di vigneti.
La presidente brasiliana Dilma Rousseff ha ascoltato le lagnanze dei produttori localie e si è subito dimostrata sensibile al reclamo. Il ministero dello Sviluppo, industria e commercio estero ha così iniziato un’indagine che dovrà durare cinque mesi prima di sancire eventuali barriere alle importazioni, ma ha già fatto capire che “ci sono indizi sufficienti che la crescita delle importazioni di vino stanno causando un danno grave all’industria nazionale”.
Le importazioni che verranno più danneggiate sono la cilena, l’italiana, la francese e la portoghese. L’import dall’Argentina e dall’Uruguay è tutelato invece dall’accordo Mercosud.
C.d.G.