di Giorgio Vaiana
C’è una malvasia che vuole sempre di più far parlare di sè.
Intanto facciamo il punto della situazione. Siamo sulle isole Eolie. Al consorzio c’è stato un cambio importante, con un nuovo cda e un nuovo presidente. Che si chiama Mauro Pollastri, titolare di Punta Aria nell’isola di Vulcano. Succede a Carlo Hauner, past president degli ultimi tre anni. Proprio Pollastri era stato suo vice. Insomma una scelta in continuità quella votata dai soci. Il nuovo vice presidente è Ivo Basile, in rappresentanza di Tasca d’Almerita. Nel cda entra Pietro Colosi dell’azienda Colosi. La Doc Malvasia e Igt Salina è un consorzio microscopico. Ma di fondamentale importanza per questa zona: “Stare tutti insieme era la soluzione corretta e non è stato facile”, dice Hauner. I soci della Doc sono 8, nove invece quelli della Igt, “e restano fuori davvero pochissime aziende – sottolinea Hauner – Forse tre, quattro aziende complessivamente”. La produzione non è grandissima: stiamo parlando di 150 quintali di uva rivendicata per la Doc e circa 300 quintali per la Igt. “Ma negli ultimi anni abbiamo piantato molto – spiega Hauner – e dovremmo arrivare a 200 quintali di uva rivendicata per la Doc e 400 quintali per la Igt”.
Hauner ricorda bene il processo di avvio del consorzio: “C’era un consorzio, ma non è mai stato operativo – dice – Alla fine ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti che la soluzione migliore era stare tutti insieme. Questi sono stati tre anni molto impegnativi. Abbiamo realizzato uno statuto nuovo, abbiamo avuto il riconoscimento ministeriale, l’erga omnes, poi rinnovata fino alla nomina del vigilatore”. Proprio la tutela della malvasia era un cruccio di Hauner: “C’era stato un tentativo con il consorzio Doc Sicilia – spiega Hauner – e preciso che lo dico senza polemica, ma lì hanno regole molto rigide, avremmo dovuto modificare il nostro disciplinare per permettere l’inserimento della dicitura “Sicilia” nelle nostre etichette. Al di là delle tempistiche burocratiche, era un discorso che non abbiamo mai preso in considerazione, snaturava il nostro progetto. La Sicilia è un continente e la territorialità è la risorsa più importante”. Ora il consorzio è cresciuto, “siamo al pari dei grandi e lo dico con un pizzico di orgoglio – dice Hauner – Abbiamo le carte in regola per operare come fanno i grandi consorzi, soprattutto dal punto di vista della promozione”.
Sul fronte della vigilanza, intanto è arrivato Rino Nicolosi, uomo conosciuto per controllare l’arancia rossa e il consorzio Doc Etna: “Abbiamo fatto una scelta importante – dice Hauner – Ora Nicolosi sarà in giro per le aziende non per fare opera di repressione, ma per spiegare ai soci del consorzio come si deve lavorare”. La nomina di Pollastri è avvenuta quasi in sordina, un po’ nello stile delle piccole comunità che tendono spesso a fare le cose senza preoccuparsi di farle sapere. Ma in ogni caso è un cambio importante per portare a termine parte dei progetti del consorzio. “Per me è una soddisfazione – dice il neo presidente Mauro Pollastri – Il passaggio da vice presidente a presidente è un segnale di continuità. La malvasia ha un potenziale eccezionale, adesso che abbiamo stabilito un metodo di funzionamento del consorzio, si può lavorare tutti insieme per valorizzarla, perché si tratta di un vino che merita”.
Pollastri guarda al futuro: “Non abbiamo in mente di fare modifiche importanti al disciplinare – dice – In questo momento ci vogliamo concentrare solo sulla promozione, soprattutto sul territorio nazionale. C’è un potenziale enorme sul fatto che questo vino possa creare un volano con il turismo enogastronomico, un settore che da queste parti è tutto da scoprire e credo sia giusto che il principale punto su cui lavorare sia questo”. Ma a proposito di temi “scottanti” c’è quello della malvasia secca, un vino che per ora ha successo dal punto di vista commerciale, ma non può essere a marchio Doc. Doc c’è solo la malvasia dolce. Alcuni vorrebbero inserire la malvasia secca nella doc, altri, dicono, creiamo un’altra doc col nome Eolie. “Sarà il cda e l’assemblea ad esprimersi su questo tema”, taglia corto Pollastri. Ma Hauner aggiunge: “Introdurre nella Doc una nuova versione crea confusione e non è producente – dice – I numeri della malvasia secca sono molto limitati. Non dimentichiamoci che l’Igt Salina è un prodotto molto consolidato. Io la faccio. Credo che l’Igt Salina però sia un po’ restrittiva e bisognerebbe allargare il marchio a tutte le Eolie”. “Sta avvenendo un risorgimento della malvasia – conclude Pollastri – nel senso che si sta recuperando anche questo vino, anche in altre forme, anche in vendemmia tardiva. Ma c’è tantissimo lavoro da fare sull’estero. I mercati consolidati sono i soliti, Giappone in testa, poi Stati Uniti e qualcosa in Europa. Ma è bello vedere i nostri vini nei ristoranti di pregio”.