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Scenari

Mai più Grillo o Nero d’Avola Igt “Terre siciliane”: potranno essere solo Doc Sicilia

16 Giugno 2017
vigneti_siciliani vigneti_siciliani

Storica modifica alla denominazione siciliana. Dalla vendemmia 2017 i due vitigni saranno solo sulle bottiglie dei vini a denominazione d'origine controllata

Lo avevamo anticipato in questo articolo e in quest'altro. Ora arriva il via libera definitivo.

E' stata approvata la modifica del disciplinare della Igt “Terre Siciliane” che esclude la possibilità, dalla vendemmia 2017, di produrre ed etichettare vini Igt Grillo e Igt Nero D'Avola, varietà che troveremo esclusivamente in bottiglie a Denominazione di Origine Controllata (Doc). Sul sito del ministero delle Politiche Agricole è stato pubblicato il provvedimento che completa l'iter di approvazione della modifica richiesta da circa 3.000 viticoltori della Igt “Terre Siciliane”, riunitisi in associazione e appartenenti a più di 15 cantine cooperative e a piccole e grandi aziende del mondo vinicolo siciliano. Il ministero delle Politiche Agricole ha anche approvato il provvedimento di modifica del disciplinare del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia, che sarà la principale Denominazione che accoglierà sotto il proprio marchio i vini Grillo e Nero D'Avola.

Intanto, per la prima volta, l'Istat certifica i dati dell'export dei vini Doc Sicilia: nel primo trimestre 2017 la Doc Sicilia ha cumulato un export di 21.000 ettolitri per 2 milioni 800 mila bottiglie. “Le rilevazioni dell'Istat ci portano a parlare di una crescita di export di circa il dieci per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – dice Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia – Nell'anno 2016 in Sicilia sono state imbottigliate a marchio Doc 41,7 milioni di bottiglie delle quali il 65%, (cioè 26,8 milioni) solo a Doc Sicilia. Questo provvedimento che interessa i nostri due vitigni più rappresentativi farà lievitare sensibilmente l'imbottigliato a Doc: tutto ciò si traduce anche in un più efficace controllo delle produzioni a garanzia dei consumatori e dei produttori ed inoltre la ritengo una tappa importante nel percorso di miglioramento della qualità del Grillo e del Nero D'Avola”.

“L'iter che è stato completato dal provvedimento del ministero delle Politiche Agricole – commenta Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia – consentirà di proteggere i nostri vitigni autoctoni più rappresentativi e dar loro maggiore valore. Abbiamo raggiunto un obiettivo importante: intraprendere il percorso per attribuire il giusto valore all'uva coltivata dai nostri viticoltori. Siamo riusciti a tracciare una strategia unica per il vino siciliano grazie al fatto che le modifiche approvate sono state condivise da tutta la filiera: dal mondo della cooperazione a quello delle piccole e grandi aziende”. Anche in vista del provvedimento appena varato dal Ministero, il Consorzio ha posto le basi per potenziare la propria attività di vigilanza in Italia, all'estero e sull'e-commerce, svolta in collaborazione con gli uffici della Repressione frodi. Ad aprile il Consorzio di Tutela vini Doc Sicilia e il Consorzio Prosecco Doc hanno firmato una convenzione per aumentare i controlli di qualità e contrastare con maggiore forza le contraffazioni ai danni dei vini a marchio Sicilia Doc e Prosecco Doc.

Le cifre delle esportazioni

I dati dell'export della Doc Sicilia sono conteggiati per la prima volta in modo puntuale perché, da gennaio, la Comunità Europea ha classificato in modo netto le bottiglie relative ai prodotti facenti parte della Doc Sicilia, distinguendole così dal resto dell'Italia, gestendo un codice doganale ad hoc che permetterà da adesso di conoscere i numeri con precisione. L'Istat – secondo i dati elaborati dal Corriere Vinicolo – ha potuto così certificare che due terzi del vino Sicilia Doc vanno in tre Paesi esteri: nell'ordine Germania, Stati Uniti e Regno Unito. La graduatoria rispecchia la suddivisione tra rossi e bianchi.

I bianchi trovano una buon bacino di utenza in Giappone, quarta destinazione che vale il 9% del totale, contro il 4% per i rossi, che a loro volta hanno come quarta destinazione il Belgio. Le due tipologie si riallineano sui Paesi Bassi, quinta destinazione, ma con un peso maggiore per i bianchi (6%), e sulla Francia, settima destinazione con un peso per entrambe del 3%. Il Canada, seppure con valori inferiori, riveste più importanza relativa per i bianchi (4% di quota contro il 3%), mentre per i rossi sale in alto nella classifica la Cina, al nono posto.

C.d.G.