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Scenari

Made in Italy al top (nonostante tutto): nel 2020 record di export a 46,1 miliardi

17 Febbraio 2021

di Alessia Davì

È un momento difficile per la ristorazione italiana. Eppure nonostante la crisi che da mesi costringe ristoranti, bar e attività di ristoro a stare con le saracinesche abbassate in attesa di tempi migliori, c’è l’altra faccia della medaglia di chi sorride: è il made in Italy.

Il nostro Paese conquista nel mondo nuove fette di mercato. I prodotti italiani sono apprezzati per tre motivi: una filiera tracciata, una qualità nettamente superiore ai concorrenti e la consapevolezza che mangiare italiano spesso significa mangiare bene. Se gli italiani sono consapevoli, all’estero la nostra cucina ha nuovi estimatori. La notizia è doppiamente positiva: intanto, perché il settore nonostante l’Italian sounding riesce imporsi in un mercato sempre più vasto e globalizzato, e poi, la crescita delle esportazioni aiuta direttamente tutto il settore agroalimentare. Non male, se come sostiene il patron di Eataly Oscar Farinetti: “Il made in Italy non ha limiti. Tutti facciamo impresa. La voglia c’è, manca forse solo un po’ di coraggio per andare all’estero e far conoscere i nostri prodotti. La politica va più piano di noi ed è sempre indietro rispetto a quelle che sono le esigenze del nostro Paese”.

Prendendo in esame il 2020, il settore ha raggiunto il massimo storico di sempre con un valore di 46,1 miliardi. A trainare i prodotti italiani è la sempre più apprezzata dieta mediterranea che tra balzelli e indicatori riesce a ritagliarsi uno spazio vitale nelle tavole di milioni di consumatori. L’analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero nel 2020, evidenzia un aumento delle esportazioni agroalimentari nazionali dell’1,8 per cento in netta controtendenza al crollo generale del 9,7 per cento. “Un record ottenuto – sottolinea la Coldiretti – nonostante le difficoltà degli scambi commerciali e il lockdown in tutti i continenti della ristorazione che ha pesantemente colpito la cucina italiana ma anche favorito il ritorno in tutti continenti alla preparazione casalinga dei pasti con il boom delle ricette Made in Italy”. E di emergenza sanitaria ancora si dovrà parlare perché se i ristoratori sperano di vedere la luce in fondo al tunnel ha preso piede durante la pandemia una svolta salutista nei consumatori a livello globale che hanno privilegiato la scelta nel carrello di prodotti alleati del benessere. Ad essere avvantaggiate sono state nell’ordine le esportazioni nazionali di conserve di pomodoro (+17%), pasta (+16%), olio di oliva (+5%) e frutta e verdura (+5%) che hanno raggiunto in valore il massimo di sempre. «In calo del 3% sono invece – precisa la Coldiretti – le spedizioni di vino italiano nel mondo duramente colpite dalla chiusura dei ristoranti che rappresentano il principale mercato di sbocco per le bottiglie di alta qualità secondo l’analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi ai primi dieci mesi dell’anno». Impariamo ad essere più consapevoli del nostro valore aggiunto.