Bernard Arnault
Lvmh scatena preoccupazione in Borgogna.
L'acquisto di Clos des Lambrays a Morey – Saint – Denis, nella Cote de Nuits, da parte del gruppo che detiene alcuni tra i marchi più prestigiosi dello scenario enologico ha messo in ansia gran parte del mondo produttivo della regione, non solo dei vicini di vigna.
La bandierina messa sul Grand Cru che misura 8,66 ettari e la cui storia risale al 1300, dai più è stata accolta come presagio di destabilizzazione delle condizioni che hanno portato la Borgogna ad essere più terra di produttori che di brand, più terra di vini da bere che di speculazione come Bordeaux. La presenza del gruppo, per i produttori borgononi, potrebbe portare ad un aumento astronomico dei prezzi e dello stesso valore della terra, già schizzato in alto negli ultimi anni. Il valore di un Grand Cru ha toccato l'anno scorso anche i 3,8 milioni di euro all'ettaro. Per chi produce vino da generazioni è un'evoluzione che porterà sempre di più investitori a prendere il posto dei produttori nella proprietà delle aziende che non potranno più permettersi la terra ereditata dalla famiglia, come ha lamentato Caroline Parent-Gros, di Domaine A-F Gros.
Lvmh ha comprato Clos des Lambrays qualche settimana fa dall'ultimo proprietario, Ruth Freund che, insieme al marito, acquistò i vigneti nel 1996. La portata dell'affare non è stata comunicata. La capacità produttiva è di 35mila bottiglie. E' il primo investimento che Brnard Arnault, l'uomo da 34 miliardi di dollari, fa nella regione.
“La Borgogna di una volta non esiste più – commenta rammaricato in una intervista a Decanter Stephane Magnien, produttore e adesso pure vicino di casa di Arnault, a Morey -Saint -Denis – a lavorare saranno impiegati della cantina e si produrrà secondo i dettami del mercato”.