(Ettore Nicoletto)
Lugana nelle secche della sovrapproduzione, ma il 2019 dovrebbe concludersi con un aumento delle vendite di 3 milioni di bottiglie, fino a superare la barriera psicologica di 20 milioni.
Con un alleggerimento significativo delle giacenze: queste almeno le previsioni di Ettore Nicoletto, presidente del Consorzio del Lugana nonché amministratore delegato del gruppo Santa Margherita. Due anni fa la multinazionale veneta ha acquisito la maggioranza di Cà Maiol. Il Consorzio ha deciso di chiedere alle Regioni Veneto e Lombardia di stoccare il 10% del vendemmiato 2019 fino a dicembre 2020, di attuare controlli dei vigneti al terzo anno (al fine di verificare che i limiti di resa per ettaro previsti da disciplinare di produzione vengano rispettati) e disporre il blocco delle rivendicazioni per conseguire l’equilibrio dei mercati (ne parlavamo qui> e qui>).
Ciò dopo che, nel triennio luglio 2017/luglio 2019, la Borsa merci di Verona ha rilevato quotazioni medie del Lugana Doc in calo del 61% sul minimo e del 52% sul massimo. Le cause sono da ricercare nella produzione che nel periodo 2016/2018 è balzata da 129 mila ettolitri a 176 mila e le giacenze da 132 mila ettolitri a 213 mila. Tre milioni di bottiglie in più vendute nel 2019 potrebbero spingere le giacenze intorno ai livelli del 2017. “La situazione generale è quella descritta – commenta Nicoletto – tuttavia, a differenze di altre Doc che hanno situazioni di stagnazione o accusano un calo delle vendite, il Lugana sta registrando nel primo semestre una crescita delle vendite del 15%. Proiettando questo trend sino a fine anno abbiamo una crescita di 3 milioni di bottiglie. Che su una produzione di 17 milioni è un dato rilevante”. Il top manager spiega il colpo d'acceleratore delle vendite con il successo riscosso nella grande distribuzione. “Ma non sviliamo il prodotto – precisa – Al contrario: il prezzo medio del Lugana Doc a scaffale è risultato il più elevato dei bianchi italiani: 8,15 euro a bottiglia”.
Inoltre sta dando frutti la strategia di ampliamento dei mercati. “Buoni risultati arrivano dall'America e dal Far east – sottolinea Nicoletto – mentre in Paesi consolidati, come la Germania, la performance risulta eccellente”. Il percorso della normalizzazione è ancora lungo, ma Nicoletto mette in conto anche gli effetti benefici indotti dalle deliberazioni del Consorzio sul controllo della produzione: “Lo stoccaggio del 10% – e non del 20% come altre Doc – già dalla prossima vendemmia è un ottimo freno, senza trascurare il blocco delle rivendicazioni. Alla fine sono fiducioso che torneremo all'equilibrio di mercato e al controllo delle principali variabili in tempi ragionevoli”.
Emanuele Scarci