Entrerà in vigore il prossimo primo agosto, secondo quanto appreso dall’ANSA, il nuovo regolamento che permetterà ai viticoltori biologici di utilizzare il termine «vino biologico» sulle etichette, accompagnato dal logo biologico dell’Ue e dal numero di codice dell’organismo di certificazione competente.
Una decisione che, non solo garantisce ai consumatori un prodotto di maggiore qualità, ma permette al settore di rilanciare la produzione.
Il vino biologico, orfano della normativa europea del 1991, che dava una base legale all’agricolturabiologica, può contare da ora su una legislazione europea armonizzata, mettendo fine ad una moltitudine di standard privati di vinificazione che si sono sviluppati negli anni in diversi Stati membri.
Il compromesso raggiunto, oggi a Bruxelles, prevede per il vino biologico una presenza di solfiti pari a 100 milligrammi il litro per i vini rossi e 150 per i vini bianchi e rosé: 50 milligrammi in meno per ogni categoria, rispetto ai livelli attualmente in vigore per i vini convenzionali.
Tuttavia, per i vini dei Paesi del centro e del nord d’Europa, Francia compresa, in cui è presente un tenore di zucchero residuo superiore a 2 grammi il litro, la presenza limite di solfiti per il vino biologico passa da 100 a 120 milligrammi il litro per i vini rossi, e da 150 a 170 per quelli bianchi e rosé.
La decisione presa dal Comitato per la per la regolamentazione sull’agricoltura biologica dell’Unione Europea è stata commentata positivamente dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania “Finalmente è stato colmato un vuoto normativo che impediva ai produttori di vino biologico di poter utilizzare il logo europeo. Si è concluso un lungo iter, iniziato nel luglio 2009 che ha visto l’Italia giocare un ruolo da protagonista sia nel supporto scientifico alla Commissione, attraverso la realizzazione di appositi programmi di ricerca, sia nella mediazione con gli altri Stati Membri. La proposta di Regolamento approvata oggi rappresenta certamente un compromesso, ma è un risultato importante il fatto che la Commissione sia venuta incontro alle richieste avanzate dai Paesi mediterranei, che sono riusciti, durante la lunga trattativa, ad esprimere posizioni comuni”.
La normativa è stata accolta con favore anche dagli agricoltori e dalle cooperative europee Copa e Cogeca.
Per il segretario generale di Copa e Cogeca, Pekka Pesonen,“si tratta di una legislazione di vitale importanza, data l’esistenza di numerose e diverse norme private. Non solo.
È importante – dice – per un ulteriore sviluppo del mercato di questo prodotto, soprattutto a fronte di un aumento della domanda e delle importazioni dai paesi terzi”.