(Luca Zaia durante il suo intervento)
di Maristella Vita, Godega di Sant'Urbano (Tv)
Il vigneto Veneto è cresciuto del 36% negli ultimi dieci anni arrivando a superare i 97mila ettari, per oltre un terzo a glera (cioè Prosecco), seguito dal Pinot grigio, con quasi 16mila.
“Con l’operazione del 2009, che ha separato la denominazione del vino (Prosecco) da quello della varietà della vite (glera), abbiamo sottratto al resto del mondo l’uso del nome e impedito che si piantino vigneti di Prosecco in altre regioni d’Italia e d’Europa. Ma il boom del Prosecco ora va accompagnato con qualche sforzo in più”. Così ha sentenziato il governatore del Veneto Luca Zaia agli oltre mille produttori del mondo delle Doc e Dogc venete convenuti alla Fiera di Godega di Sant’Urbano (TV), al convegno “Quali prospettive per il sistema Prosecco e Pinot grigio”. Un successo che si misura con gli oltre 600 milioni di bottiglie vendute oggi nel mondo, più dello Champagne, ha sottolineato Zaia; anche per questo “io non firmerò mai nessun decreto per autorizzare nuove superfici alla produzione di Prosecco, casomai si potranno recuperare impianti di glera preesistenti e di vecchia data”.
La tutela del nome e del prodotto passa, secondo il governatore, per lo stop a nuovi impianti di glera, e la valorizzazione Unesco dei 9.700 ettari dell’area collinare Docg tra Conegliano e Valdobbiadene; e per un’agricoltura “a chimica zero”. Produrre in modo sostenibile si può e, ha chiuso Zaia, spetta ai Consorzi di tutela utilizzare bene gli strumenti giuridici della programmazione (riserva, stoccaggio o blocco agli incrementi di potenziale) per governare l’offerta e tutelare il reddito dei viticoltori.
Anche l’assessore all’agricoltura veneto Giuseppe Pan è stato chiaro di fronte ai tanti vignaioli presenti, ricordando che la Regione Veneto in dieci anni ha sostenuto il settore vitivinicolo con 580 milioni di euro tra fondi del programma nazionale (399 milioni) e del programma regionale di sviluppo (poco più di 181 milioni); e lanciando un appello ai Consorzi di tutela perché “rispettino i disciplinari”, facciano buon uso delle strategie di governo dell’offerta e aderiscano in fretta al Piano di azione nazionale per i prodotti fitosanitari, che impone di dimezzare entro il 2030 l’utilizzo di prodotti chimici nei terreni agricoli. Infine l’assessore ha ricordato ai produttori presenti le novità dei prossimi mesi: la decisione del Consorzio Prosecco per prorogare il blocco di aumento del potenziale produttivo per la Doc per altri tre anni; gli ultimi bandi per l'uso dei fondi dell'Unione eruopea del Piano nazionale di sostegno vitivinicolo (ristrutturazione e riconversione viticola, investimenti enologici e promozione) pari a 38,6 milioni; l’assegnazione di nuove autorizzazioni (circa 970 ettari) che daranno priorità alle aziende viticole da almeno 5 anni nel biologico e a chi pianta in terreni con pendenza superiore al 15%. Quanto al Piano nazionale di sostegno al settore vitivinicolo, i prossimi bandi saranno orientati a favorire il posizionamento nei mercati esteri e punteranno di più su promozione e investimenti piuttosto che sulla ristrutturazione viticola.