Nel Chianti Classico, le colline che ospitano i vigneti per la produzione del celebre vino sono anche il luogo in cui nasce un altro prodotto: l’olio extravergine DOP. Il Consorzio Olio DOP Chianti Classico, che festeggia quest’anno il suo cinquantesimo anniversario, ha avuto un ruolo fondamentale nel promuovere e proteggere l’olio di questa zona, creando una connessione stretta tra olivicoltura e viticoltura.
“Le aziende del Chianti Classico, che nella maggior parte dei casi producono sia vino che olio, sono il motore di questo territorio”, ci racconta Gionni Pruneti, presidente del Consorzio Olio DOP Chianti Classico. “Non si tratta solo di un’opportunità economica, ma di un impegno profondo per preservare il paesaggio e la biodiversità. La sovrapposizione tra olivicoltura e viticoltura è un elemento distintivo della nostra realtà e ha contribuito a mantenere vive le tradizioni agricole locali”.
Fondato nel 1975, il Consorzio ha visto il riconoscimento della DOP per l’olio nel 2000. Questo passaggio ha rappresentato un momento cruciale, permettendo di stabilire un sistema di tutela che garantisse l’autenticità e la qualità del prodotto. Oggi il Consorzio conta 185 soci, che coltivano oltre 2.900 ettari di oliveti.
“Produrre olio DOP Chianti Classico – dice Pruneti – non è solo una questione economica, ma significa proteggere l’ambiente, mantenere viva la varietà delle colture e garantire un paesaggio che ha un valore storico e culturale. Le aziende olivicole, insieme alle aziende vitivinicole, sono fondamentali per la conservazione di questo paesaggio collinare, che è una parte essenziale della nostra identità”.
Il Consorzio ha sempre posto l’accento sulla qualità e sulla sostenibilità. Il lavoro delle aziende è basato su pratiche agricole che rispettano l’ambiente, con un’attenzione particolare alla biodiversità e alla tutela delle risorse naturali. “L’olio che produciamo non è solo un alimento, ma un prodotto che racconta la storia del nostro territorio”.
Nel corso degli anni, l’olio DOP Chianti Classico ha trovato un mercato che lo apprezza, soprattutto all’estero, dove i consumatori sono disposti a pagare un prezzo più alto per un prodotto che porta con sé la storia, la cultura e le tradizioni del territorio. “Il nostro olio, come il nostro vino, è legato a un’esperienza emotiva. Le persone che visitano la zona del Chianti Classico e assaggiano il nostro olio, portano con loro un ricordo che va oltre il gusto. È un’emozione legata al territorio, alla storia e alla passione di chi lo produce”.
Quest’anno, il Consorzio celebra un’annata particolarmente positiva, con una produzione che segna un aumento rispetto al 2023, nonostante le difficoltà causate da condizioni climatiche variabili. Dopo un inverno rigido, che ha contribuito a ridurre la popolazione di mosca delle olive, la primavera ha visto piogge ben distribuite, che hanno permesso una buona crescita delle olive. Nonostante un’estate siccitosa, che ha ridotto le rese in alcune zone, la qualità dell’olio prodotto è stata alta. Si prevede una produzione complessiva che supererà del 30-40% quella dell’anno precedente.
“Quest’anno – dice ancora Pruneti – la qualità è ottima. Abbiamo avuto rese leggermente più basse per le piogge di ottobre e questo influisce sul costo del prodotto ma nonostante le sfide climatiche, i nostri oliveti hanno reagito bene. La collaborazione tra i produttori e il Consorzio ci ha permesso di affrontare le difficoltà con un atteggiamento positivo, mirando sempre a garantire un prodotto di alta qualità”.
Con 190 aziende associate, di cui 180 sono anche produttori di vino, il Consorzio dimostra quanto sia radicata e profonda la connessione tra l’olio e il vino in questa zona. E con 50 anni di storia alle spalle, l’impegno del Consorzio rimane quello di mantenere la qualità del prodotto, proteggere l’ambiente e promuovere il valore del territorio.