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Scenari

Lo Champagne contro il riscaldamento globale: ridotte le emissioni di anidride carbonica

01 Dicembre 2015
Champagne Champagne

Mentre Parigi ospita il Cop 21 per raggiungere un accordo per la lotta contro il riscaldamento globale, lo Champagne contribuisce allo sforzo internazionale attraverso il suo impegno pionieristico di viticoltura responsabile e sostenibile.

Il riscaldamento globale in Champagne è un dato di fatto: in 30 anni, le temperature sono aumentate di quasi 1,2 gradi e le date della fioritura e della vendemmia sono anticipate di due settimane. “Lo Champagne ha tempestivamente preso coscienza dell'imperativo climatico, era nostro dovere agire d’anticipo” ha dichiarato Vincent Perrin, direttore generale del Comité Champagne.
Tutta la filiera dello Champagne si è mobilitata a partire dagli anni ‘80 per implementare soluzioni per la salvaguardia dell'ambiente (protocolli tecnici, strumenti, consulenza e supporto).

Nel 2003, la Champagne è stata la prima regione vinicola al mondo a calcolare la propria impronta carbonica e a stabilire un piano che ha identificato diversi azioni (viticoltura sostenibile, trasporto delle merci, efficienza energetica degli edifici, acquisti responsabili e partecipazione) che hanno portato a soluzioni innovative, come la riduzione del 7% del peso della bottiglia di champagne.
La Champagne in 10 anni ha ridotto le sue emissioni di anidride carbonica del 15% per bottiglia spedita ed è uno dei pochi settori ad aver ridotto le sue emissioni in termini assoluti.

Oggi, il 100% dei viticoltori della Champagne sono integrati in questo processo.
Inoltre, l'iscrizione al Patrimonio Mondiale dell'Umanità dell'Unesco di “Coteaux, Maisons e Caves della Champagne” incoraggia questi sforzi e dimostra la capacità del settore di preservare il suo patrimonio.
“Viticoltori e Maison di Champagne sono più che mai uniti attorno ad una strategia di viticoltura sostenibile. Valorizzare i nostri vini significare innovare costantemente per trasmettere alle generazioni future un patrimonio economico ed ecologico”, concludono Pascal Férat e Jean-Marie Barillère, copresidenti del Comité Champagne.

C.d.G.