(Giosuè Catania)
di Federica Genovese
Si respira e si guarda con positività alla campagna olivicola italiana. Le stime sono firmate dalla Cia, Agricoltori italiani e raccontano di un’Italia olivicola che si sta riprendendo dopo le annate disastrose degli anni recenti.
In generale, la produzione di olio extravergine di oliva si dovrebbe attestare sulle 330 mila tonnellate, con un aumento della produzione rispetto al 2018 dell’89 per cento (lo scorso anno la produzione si fermò a 175 mila tonnellate). Sono ben 8 le regioni italiane che miglioreranno la loro produzione rispetto al 2018. La parte del leone la farà ancora una volta la Puglia che produrrà quasi 200 mila tonnellate di olio. Migliorano anche Marche, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.
Il presidente del gruppo di interesse nazionale olivicolo Cia, Giosuè Catania, dice: “Rispetto ai dati previsionali sulla prossima campagna, c’è da sottolineare che il nostro paese non è autosufficiente da un punto di vista produttivo, pertanto vi è la necessità di dotarsi di un forte piano olivicolo nazionale che affronti le questioni relative all’aumento delle superfici e dell’abbattimento dei costi di produzione, puntando sulla promozione del nostro eccellente prodotto per l’affermazione nei mercati nazionali ed esteri”.
La Sicilia, però, registra nette differenze di produzione a seconda delle aree, all’interno delle stesse province. La difformità produttiva sul territorio, tra oliveti e alle volte all’interno degli oliveti stessi, è una caratteristica estendibile a tutta la regione. Due aspetti hanno influito su quelli che sono i risultati attesi: i fenomeni climatici nel periodo della fioritura e il comportamento delle diverse varietà a fronte di questi fenomeni. In primavera forti venti di scirocco sono intervenuti a danneggiare la delicata fase di fioritura determinando una sorta di bruciatura del fiore sulla pianta che si è tradotta successivamente in una ridotta allegagione. Complessivamente, si può stimare per la Sicilia una annata in crescita del +35%, che porterebbe il quantitativo stimato a superare le 24 mila tonnellate. Produzione incoraggiante, certo, ma oltre il 50% al di sotto di quella espressa in passato da annate di carica.
LE PREVISIONI (in tonnellate) E LA VARIAZIONE RISPETTO AL 2018
- Piemonte – 8 (-63%)
- Lombardia – 507 (-65%)
- Trentino Alto Adige – 169 (-65%)
- Friuli Venezia Giulia – 53 (-65%)
- Veneto – 1.248 (-65%)
- Emilia Romagna – 616 (-50%)
- Liguria – 2.784 (-43%)
- Toscana – 16.278 (-20%)
- Umbria – 4.479 (-28%)
- Marche – 3.549 (+63%)
- Lazio – 7.036 (-19%)
- Abruzzo – 10.707 (+52%)
- Molise – 3.276 (+40%)
- Campania – 10.104 (+52%)
- Puglia – 199.345 (+175%)
- Basilicata – 5.675 (+340%)
- Calabria – 35.979 (+116%)
- Sicilia – 24.393 (+38%)
- Sardegna – 4.600 (+183%)