“Un atto ignobile per il quale le autorità giudiziarie troveranno sicuramente una soluzione”.
Commenta così Angelo Maci, presidente della Cantina Due Palme la notizia sul taglio di oltre 70 ceppi di vigne all’azienda di Bruno Vespa (leggi qui).
“Intanto, quel che è accaduto deve essere elemento di profonda riflessione per tutti: politici e imprenditori – continua Maci -. Un danno di immagine per la provincia di Taranto, per il Salento e per la Puglia tutta. Un danno in termini di mancata sicurezza per un imprenditore che vuole venire a investire denaro e risorse in questa parte di Sud che ha grandi potenzialità. Noi per primi nel 2012 abbiamo scelto la provincia di Taranto e il territorio di Lizzano per ampliare la capacità produttiva della nostra cooperativa. Sarebbe stato sufficiente acquistare il vino per potere avere un primitivo doc, ma la grande sfida per l’azienda Due Palme e per Taranto, è stata un investimento che nel 2012, con l’acquisizione della cantina di San Gaetano a Lizzano, si è ridata vita a 160 viticoltori del tarantino con i loro 200 ettari”.
Bruno Vespa ha dichiarato di essere pronto a ripartire, ma siamo sicuri che quanto accaduto non metta a rischio il desiderio del giornalista di continuare a investire a Taranto? “La politica deve scongiurare questo pericolo e lo dico da imprenditore che ogni giorno deve fare i conti con investimenti e ricavi. Un clima di serenità politica e istituzionale può contribuire a creare un humus accattivante per chi decide di mettere in gioco il proprio denaro – prosegue Maci -. Io da imprenditore e da amico sarò al fianco di Bruno Vespa che tra l’altro quest’anno ha scelto la nostra cantina di Lizzano per trasformare i suoi vini. Mi auguro che la provincia di Taranto con le sue istituzioni possa farsi da garante per il ripristino di una serenità che per un imprenditore è elemento essenziale per sviluppare il proprio business. Qui non è in discussione il valore economico del danno fatto, ma il gesto ha una valenza ben più importante se si dovesse valutare il danno di immagine e lo scoramento che una bravata simile può scatenare in chi ha voglia di lavorare con la schiena dritta e senza scendere a compromessi. Questo è il momento più delicato per la vita professionale di un imprenditore agricolo. Siamo prossimi alla raccolta delle uve del primitivo, insomma oggi si tirano le somme del lavoro durato un anno intero”.
“Nessuno si lascerà intimorire da questo gesto – conclude Maci – men che meno Bruno Vespa che ha già dichiarato che tirerà dritto, ma oggi più che mai serve che la comunità intera faccia squadra e che dalla solidarietà all’uomo e all’imprenditore passi alla tutela dei diritti per chi vive e per chi investe in un Sud che non merita di essere oltraggiato da gesti così meschini”.
C.d.G.