Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

Le vie del vino siciliano non sono infinite

15 Dicembre 2014
Guida_ai_vini_2015 Guida_ai_vini_2015


(Foto di Igor Petyx)

Quello che sta per concludersi è stato un anno difficile per la vitivinicoltura siciliana.

Per il vino che verrà ne riparleremo nel 2015 ed anche dopo, ma è indubbio che la vendemmia 2014 ha provocato qualche notte insonne.

Cali produttivi consistenti, clima ballerino, annata per certi versi indecifrabile. E tutto sommato è andata meglio nella nostra Isola che altrove dove le piogge copiose e le temperature poco estive hanno creato disastri. Ma il 2014 per il mondo produttivo non è solo la vendemmia. C'è il vino delle altre annate da portare avanti e soprattutto da vendere. I risultati sono discordi. C'è chi festeggia crescite a due zeri e chi stenta ed è in visibile affanno. Colpa di una congiuntura che non risparmia nessuno e si accanisce contro gli improvvisatori.

E che probabilmente dividerà sempre più i produttori bravi e lungimiranti da quelli poco attenti o con meno risorse a disposizione. Due mondi insomma che rischiano di allontanarsi sempre più. E che rischiano di compromettere il brand Sicilia cresciuto in questi anni. Oggi a nostro modesto parere serve un consolidamento e una nuova stagione di rilancio. La Doc Sicilia tanto voluta da una parte del mondo produttivo è ancora in fase di crescita, qualcuno, anche tra gli associati, mormora un po'. Ma forse è prematuro vederne i risultati. Intanto va registrato che la percentuale di vino imbottigliato a denominazione di origine controllata ormai viaggia con numeri a due cifre. Sempre bassi rispetto a quanto si produce ma rispetto a pochi anni fa la crescita appare tumultuosa. Molti guardano all'export, il tutto facilitato da non poche risorse pubbliche a disposizione per la promozione.

E meno male, altrimenti sarebbe tutto enormemente più difficile. Ma non vanno trascurati almeno tre elementi. Il primo è quello produttivo. Il vino siciliano è buono ma si puó fare di più, molto di più. Se qualche produttore pensa di essere già soddisfatto dimostra di essere miope e privo di quella inquietudine che potrebbe fargli fare ulteriori salti di qualità. Al meglio non c'è fine. Il secondo elemento è quello del legame con i territori. Se la Sicilia è un brand che comincia a funzionare all'estero, è necessario, ora e non domani, consolidare il rapporto tra i vignaioli e le loro zone di riferimento. Si guardi a cosa sta accadendo sull'Etna. Un'isola nell'Isola molto riconoscibile per tipologia e carattere dei vini. Il resto della Sicilia puó fare altrettanto perchè tante sono le realtà in cui puó suddividersi nel nome di una diversità che in un futuro non troppo lontano diventerà sempre più importante. Ma la spinta deve avvenire dai produttori. Non bastano le leggi, i disciplinari e le decisioni che arrivano dall'alto. Anzi, non servono proprio.

Terzo elemento: il radicamento commerciale nel proprio territorio. Probabilmente è noto a tutti ma per noi ricordarlo è fondamentale. Per molte aziende il mercato siciliano è diventato quello più difficile, in alcuni casi più rischioso. Non staremo qui a elencarne le ragioni. Ma il risultato di tanta paura è che molte aziende stanno mollando i legami commerciali con la Sicilia e si stanno rivolgendo massicciamente all'estero. Un grave errore trascurare il mercato che si trova sottocasa. Basti un esempio: cosa accadrebbe se un gruppo di turisti americani ed enoappassionati non trovasse una bottiglia di Brunello nelle trattorie di Montalcino? Non serve, crediamo, aggiungere altre considerazioni. Le vie del vino non sono infinite.

E adesso parliamo della guida 2015, ottava edizione. Meno cantine. Meno premi a cinque stelle. In tutto 42 etichette che rappresentanto l'eccellenza. Tre spumanti, otto bianchi, venticinque rossi e sei vini dolci. Complessivamente sono stati degustati oltre 700 vini per 127 cantine sparse per le province dell'Isola. A fare la parte del leone, come sempre, la provincia di Trapani con 11 etichette a cinque stelle, circa un quarto. Al secondo posto con sette etichette c'è, a sorpresa ma non troppo, la provincia di Catania, con quell'Etna che non smette di stupire. Seguono poi le province di Palermo e Agrigento con sei referenze a testa, quelle di Messina e Ragusa con 4 vini premiati a testa, quella di Siracusa con tre vini e infine Caltanissetta con un solo vino. E poi, come di consueto, spazio ai superpremi che potrete scoprire sfogliando questa guida. Dal miglior spumante, al miglior bianco, dalla migliore cantina emergente, al miglior enologo. Fino al miglior viticultore. Quest'anno va a un vigneron che nella vita si occupa di tutt'altro: Alessandro Bennici, a Piana degli Albanesi, non distante da Palermo. Il suo vino conquista le cinque stelle. Ed osservarlo mentre pota le sue vigne ci ha convinti. La passione soprattutto.

Fabrizio Carrera
Gianni Giardina
 

Questo testo è l'introduzione alla Guida ai vini di Sicilia 2015 del Giornale di Sicilia (da oggi nelle edicole al prezzo di cinque euro) che recensisce i vini di 127 cantine e ha premiato 42 etichette con le Cinque Stelle.