Non è un caso se la viticoltura di montagna in Italia è chiamata “agricoltura eroica”: perchè produrre vino nei territori sopra i 500 metri di altitudine o in forte pendenza, significa avere coraggio, prospettiva, forza di volontà e grande amore per la propria terra.
Ed è stato importante che Anci Toscana abbia dedicato a questo tema l’ultimo dei suoi seguitissimi webinar del ciclo “Conosciamo la Toscana rurale”, organizzato insieme all’Accademia dei Georgofili per promuovere e valorizzare le eccellenze enogastronomiche delle terre toscane, oggi con il patrocinio del Mipaaf, del Cervim e dell’Accademia della Vite e dell’Uva, che hanno partecipato al dibattito. Un incontro tra amministratori pubblici, rappresentanti del mondo scientifico e delle istituzioni e soprattutto produttori, che hanno portato la loro esperienza e il loro contributo sul campo. Obiettivo condiviso, approfondire una specifica attività che attraversa e coinvolge tutte le province toscane – isole comprese – e oltre, con l’obiettivo di portare un contributo di conoscenze e proposte per la lo sviluppo delle aree montane e marginali, attraverso il recupero e l’ampliamento delle superfici destinate alla viticoltura. Dopo i saluti di Roberta Casini, responsabile Agricoltura di Anci Toscana e sindaco di Lucignano e Luca Marmo, responsabile Politiche della Montagna di Anci Toscana e sindaco di San Marcello Piteglio, si è inquadrato dal punto scientifico la coltivazione viticola in montagna, con le relazioni di Roberto Gaudio del Cervim e Paolo Storchi dell’Accademia dei Georgofili e Crea Centro ricerca Viticoltura ed Enologia. Ed è emersa la grande importanza di questo tipo di coltivazione; per recuperare aree abbandonate, per mantenere la stabilità dei versanti montani, portare nuova linfa all’imprenditoria soprattutto giovanile, per accompagnare i percorsi del turismo locale.
Poi gli interventi dei produttori, dai quali sono emersi la voglia di crescere ed impegnarsi ma anche le criticità: la difficoltà della coltivazione nei terrazzamenti, l’alto costo della produzione, le infinite difficoltà burocratiche, che complicano e rallentano ogni progetto. Da qui la richiesta di nuove norme e nuove risorse per i piccoli produttori, anche sulla base di altre esperienze europee. Sono intervenuti Andrea Elmi, Maestà della Formica (Garfagnana); Gregorio Ceccarelli Azienda Agricola Gregorio Ceccarelli (Montagna Pistoiese); Cipriano Barsanti Azienda Macea-Associazione Pinot nero dell’Appennino (Media Valle del Serchio); Giorgio Tazzara Azienda Agricola Monastero dei Frati Bianchi (Lunigiana); Vincenzo Tommasi Podere della Civettaja (Casentino); Bartolo Lercari Azienda Agricola Cheo Vernazza (Cinque Terre); Stefano Celi Azienda Agricola La Source (Val d’Aosta); Pierpaolo Lorieri Podere Scurtarola- (Colli del Candia). Importante poi l’intervento di Oreste Gerini del Ministero delle Politiche Agricole, che si è soffermato sulle innegabili difficoltà che incontrano i piccolissimi produttori delle aree meno conosciute, anche nella commercializzazione, auspicando una prossima riorganizzazione del sistema, nell’ambito della crescita complessiva dei territori nel settore enogastronomico. I lavori del webmeeting, che è stato moderato da Marina Lauri di Anci Toscana, sono infine stati chiusi dal sindaco di Marradi Tommaso Triberti, delegato del presidente della Regione per i rapporti con i Comuni montani e i piccoli borghi.
C.d.G.