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Scenari

L’anno di Valoritalia tra digitalizzazione, certificazioni volontarie e biologico: “Puntiamo non solo al vino”

26 Marzo 2025
Giuseppe Liberatore, direttore generale di Valoritalia Giuseppe Liberatore, direttore generale di Valoritalia

Chiude con un segno positivo l’anno di Valoritalia, la società leader in Italia autorizzata dal Ministero per il controllo e la certificazione dei vini a Denominazione d’Origine, Indicazione Geografica e dei vini con indicazioni del vitigno e/o dell’annata. I numeri, d’altronde, parlano chiaro: un fatturato di 38 milioni di euro, 230 dipendenti e 1.400 collaboratori esterni.

“Una società – ci racconta il direttore generale, Giuseppe Liberatore – nata per il vino ma che ha allargato le sue sfere d’azione a tante altre certificazioni. Mi riferisco al biologico, all’integrato, al turismo sostenibile”. Da un lato le certificazioni del vino obbligatorie, dall’altro quelle volontarie. E il biologico è in testa alla classifica delle più richieste. I consumatori italiani riconoscono ne il valore aggiunto. Secondo un’indagine condotta da Valoritalia insieme a Nomisma, l’85% dei consumatori riconosce una qualità superiore dei vini DOP/IGP rispetto a quelli comuni. Questa certificazione, nella percezione degli italiani, porta in dote più “sicurezza e controlli” (per l’80%), la “tracciabilità” del prodotto (78%) e migliori “caratteristiche organolettiche” (73%).

Se ci spostiamo sui vini Bio, la percentuale di chi vede una qualità superiore rispetto ai vini convenzionali si attesta al 59%.” Dopo la variabile prezzo in cima al discorso delle scelte – ci racconta Liberatore – il consumatore vede la sostenibilità. È ben attento e disponibile a pagare di più. Per questo motivo puntiamo molto sulla certificazione del biologico”.

Non solo vino, però, come dicevamo. Il raggio di azione di Valoritalia, di cui è presidente Francesco Liantonio, si sposta anche agli oli come il controllo fatto per il Consorzio Chianti Classico ma anche alla Casciotta di Urbino delle Marche, l’Olio Extravergine d’Oliva IGP Marche o la Mozzarella Tradizionale STG. Consorzi che hanno scelto Valoritalia per avere un controllo maggiore sul prodotto e sulla certificazione. “Il nostro obiettivo – ci dice ancora Liberatore – è quello di aumentare il portafoglio e il nostro fatturato perché siamo partiti attraverso il vino ma pian piano abbiamo articolato i clienti in modo più ampio. Vediamo oggi molto più spazio per avere sviluppo”. 

 

Triveneta

Proprio per questo motivo serve citare Triveneta, organismo che si occupa della certificazione dei vini di qualità nelle Regioni Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige e che vede la partecipazione di enti tra cui Valoritalia. Collaborazioni importanti che generano un fatturato di 5 milioni di euro e 1,7 milioni di ettolitri imbottigliati. “Questo organismo di controllo specifico – dice Liberatore – comincia ad avere numeri interessanti. Come Valoritalia gestiamo 1 miliardo e 400 milioni di contrassegni, 200 milioni si riferiscono solo al Pinot Grigio delle Venezie”.

Valoritalia e la digitalizzazione

Valoritalia ha 16 anni. Viene definita una società giovane con esperienza. “C’è stato un grande effetto di maturazione negli anni, abbiamo lavorato valorizzando le risorse interne, anche come personale. Oggi abbiamo i migliori professionisti che hanno un approccio molto positivo”. E da poco è stata lanciata una piattaforma più performante che sarà attuata entro giugno insieme a Eos.

Nasce infatti Tessa, un innovativo software per la certificazione dei vini italiani a Denominazione di Origine. Il nuovo sistema segna un passo fondamentale verso il rinnovamento digitale della società, puntando a ottimizzare i processi tecnologici e operativi grazie all’adozione di una piattaforma integrata basata sulle più avanzate soluzioni Microsoft. “Questa nuova tecnologia consentirà alle aziende di essere autonome perché si potranno fare richieste specifiche. Questa piattaforma legata all’intelligenza artificiale tirerà fuori tutti i dati che servono all’azienda, ai consorzi di tutela. Consentirà anche di avere report statistici sartoriali. Noi riusciamo a fornire tutto ciò che è richiesto per gestire al meglio la denominazione”. L’importanza dell’implementazione di Tessa per il comparto vitivinicolo appare evidente considerando che Valoritalia certifica 219 denominazioni di origine, che rappresentano poco meno del 60% della produzione nazionale dei vini di qualità.