Ci sono voluti dieci anni di lavoro per presentare la sua candidatura a Patrimonio dell'Unesco.
Ora, per Langhe, Roero e Monferrato si preparerà una squadra per sostenere l'inserimento nella prestigiosa lista. Il Ministro Nunzia De Girolamo, alla quale è stato presentato il progetto per la candidatura in un incontro tenutosi ad Alba con gli assessori regionali piemontesi Alberto Cirio e Riccardo Molinari, alla presenza del presidente del Comitato promotore Roberto Cerrato e dei sindaci del territorio, si è dichiarata pronta a farsi da “madrina” e tramite. “Parlerò con il ministro Bray – ha detto – per mettere in piedi una squadra bipartisan a sostegno del progetto. Lo dico da donna del PdL, ci sono iniziative che non devono avere bandiere di campanile o di partito. Qui abbiamo l'esempio di come natura e uomo, agricoltura e cultura si possono fondere. Questa candidatura merita tutta l'attenzione del governo italiano. Questo non è un progetto di un territorio o di una parte politica, sostenerlo è una cosa giusta per l'Italia e quindi deve avere la bandiera italiana”.
L'ambito riconoscimento farebbe della culla, dove nascono tra i più prestigiosi vini del panorama nazionale, il cinquantesimo sito riconosciuto in Italia. Si attende il responso per il 38° Comitato mondiale dell'Unesco nel giugno 2014 in Qatar.
“Alcuni studi – ha detto Cirio – dimostrano come nei dieci anni successivi al riconoscimento Unesco i territori interessati vedano crescere il turismo da 3 a 6 volte”. E ha aggiunto Cerrato: “In dieci anni di lavoro sulla candidatura il territorio coinvolto è stato ridotto da 33 mila a 10.700 ettari, creando una sorta di grande provincia del vino che si estende dal cuneese verso Asti, Canelli, Nizza Monferrato e il casalese in provincia di Alessandria”.