Da quattro euro a quattro euro e 50 centesimi per il Barolo, da tre euro a tre euro e 50 centesimi per il Barbaresco. Si pensa alla prossima vendemmia e già è tempo di tariffario delle uve. Nelle Langhe si annunciano prezzi stabili, almeno per le uve più pregiate. L’annata, al momento, si presenta senza particolari scossoni produttivi. Spiega Matteo Ascheri, presidente del Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani: “Ha piovuto bene nel periodo giusto dopo un inverno senza piogge e molto siccitoso. C’è stata qualche grandinata nel Roero e vicino ad Alba nella zona del Barbaresco, ma se continua così avremo una quantità d’uva abbastanza stabile rispetto alle annate precedenti. I prezzi sono senza grandi variazioni. Anche gli attacchi di peronospora sono stati nella norma. Da noi è un problema endemico. Ci conviviamo da sempre. Siamo pronti ad affrontarla. È un’infezione e se la previeni risolvi tutto. Per le grandinate è invece solo questione di fortuna. Vedremo”.
Anche i prezzi delle altre uve sono stabili. Quelle per Langhe e Nebbiolo viaggeranno sui due euro al chilo, per la Barbera si parla di 1,60/1,80 euro al chilo – ma è sempre di meno per colpa della flavescenza dorata – e poi il Dolcetto che potrebbe arrivare a circa 1,80 euro al chilo perché aumenta la richiesta mentre l’offerta è sempre più in calo. Dice ancora Ascheri: “Prezzi stabili delle uve anche a fronte di un imbottigliato che rimane fermo, anzi gli ultimi dati parlano di un calo dell’1 per cento rispetto alle annate precedenti. E tutto questo non fa altro che confermare l’assetto produttivo. E poi in ogni caso qui in Langa si fanno sempre meno contratti di vendita delle uve. Chi è viticoltore o chiude la filiera e decide il salto dell’imbottigliamento oppure conferisce alle cantine sociali come socio. Insomma, stimiamo che le transazioni di uva riguardino il 15 per cento di tutto ciò che si produce. Davvero poca roba, quasi fisiologica e la tendenza è ancora a diminuire”.