L'Aceto Balsamico di Modena contro la contraffazione di Dop ed Igp. Il consorzio ha presentato stamattina al ministero delle politiche agricole e forestali, i dati economici del comparto con una crescita a due cifre + 12%.
I risultati dell’indagine sull'Aceto Balsamico di Modena Igp condotta da Nomisma evidenziano che il prodotto è conosciuto ed apprezzato dal 97% degli italiani e dal 70% di francesi e tedeschi.
Alla conferenza, erano presenti il Presidente del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena Igp Stefano Berni che ha aperto i lavori, il Direttore del Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena IGP Federico Desimon che ha moderato i lavori, il Presidente dell'Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche Giuseppe Liberatore, il Direttore Generale di Fondazione Qualivita Mauro Rosati, Emilio Gatto del Mipaaf Giorgio Bocedi, Silvia Zucconi coordinatore dell'area agroalimentare di Nomisma e Stefano Vaccari di ICQRF.
“Insieme ad Aicig e a Qualivita – ha premesso Berni – abbiamo voluto offrire il nostro contributo per stimolare una nuova “primavera” di tutela e rilanciare i nostri prodotti: la tutela non è solo un’azione, ma anzitutto una politica strategica da “pensare” e impostare con la collaborazione dei Consorzi stessi e delle istituzioni”.
L’idea di base è quella di tutelare il consumatore. Su questa idea, sono state realizzate con Nomisma tre ricerche di mercato in Italia, in Francia e in Germania per verificare a cosa pensa il consumatore quando incontra prodotti denominati come “balsamici”. “Le risposte sono interessanti e molto indicative – dice Barni -, tuttavia non possiamo negare che il contesto in cui ci muoviamo sia complesso e problematico e che la questione dell’evocatività del termine balsamico debba essere prioritariamente chiarita in sede di giustizia civile e non attraverso procedure sanzionatorie di natura amministrativa”.
L’obiettivo dell’indagine Nomisma, presentata da Silvia Zucconi, coordinatore dell’area agroalimentare, ha riguardato la misurazione del livello di notorietà e conoscenze sull’Aceto Balsamico di Modena Igp nel consumatore dei tre paesi oggetto di studio – Italia, Francia e Germania, indagando su tre ambiti: la valenza evocativa del termine “balsamico”, la conoscenza dell'origine territoriale e le abitudini di consumo dell'Aceto Balsamico di Modena Igp. Le risposte arrivate con l'indagine Nomisma (3.900 interviste realizzate sui consumatori dei tre paesi) non lasciano spazio a dubbi: l’Aceto Balsamico è un prodotto noto e inconfondibile, non solo in Italia ma anche in Germania e Francia.
Il 97% degli italiani conosce l’Aceto balsamico di Modena Igp, ma l’awareness riguarda anche i tedeschi e francesi dove la percentuale supera l’80%. Si tratta di un prodotto che ha conquistato le tavole di molti italiani l’83% dei quali consuma costantemente questo prodotto; mentre la penetrazione dei mercati in Francia e Germania, si attesta tra il 60 e il 70%. Questa elevata conoscenza allarga enormemente la portata evocativa della parola tanto che dall’indagine risulta che il termine balsamico, in Italia, chiama alla mente di 9 consumatori su 10 proprio l’Aceto Balsamico di Modena Igp e le sue caratteristiche organolettiche e metodi di produzione tipici. Sorprendentemente molto elevata è anche l’associazione negli altri due paesi dove la percentuale arriva fino al 70%.
Dal punto di vista del consumo del prodotto l’indagine attesta che in Italia il 54% dei consumatori riconduce il termine balsamico a prodotti che vengono realizzati nel territorio di Modena e un altro 21% all’Emilia Romagna, in Germania l’86% e in Francia il 61% dei consumatori attribuisce l’origine italiana al prodotto denominato balsamico. Sul fronte nazionale, l’83% delle famiglie italiane ha consumato l’Aceto almeno una volta nel 2014; il consumo riguarda 2 famiglie su 3 sia in Francia che in Germania, ma ci sono anche consumatori affezionati tanto che il44% dei consumatori italiani lo usano almeno 2/3 volte a settimana, come il 35% dei francesi e il 24 % dei tedeschi.
Sulla questione dell'evocatività, che per il settore delle DOP e IGP si presenta aperta su più fronti, si è poi espresso il Presidente dell'AICIG Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche, Giuseppe Liberatore: “Imitazione ed evocazione delle denominazioni registrate sono due facce della stessa medaglia – ha spiegato – in entrambi i casi, siamo in presenza di pratiche commerciali sleali che, oltre a tradursi non di rado in violazioni alle norme in materia di tutela della proprietà intellettuale, perpetrano una sistematica opera di banalizzazione dei marchi e di svalorizzazione della reputazione e delle peculiarità qualitative dei prodotti a Indicazione Geografica, facendo leva sulla scarsa informazione fornita al consumatore finale. Appare dunque essenziale – prosegue – predisporre, parallelamente ad opportune iniziative di sensibilizzazione rivolte ai mercati al consumo, politiche e strategie idonee a rafforzare la tutela delle Dop-Igp in ambito nazionale ed internazionale, non trascurando le problematiche presenti in modo crescente sui mercati virtuali”.
C.d.G.