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Scenari

La Valpolicella punta la Cina e Taiwan: “Mercato dalle enormi potenzialità”

29 Giugno 2015
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La Valpolicella punta a Est con la doppia tappa del Consorzio Tutela Vini Valpolicella in Cina (Shanghai) e Taiwan (Taipei) in programma da oggi fino a 4 luglio.

Obiettivo: potenziare la presenza dei vini della Valpolicella sul mercato cinese e sviluppare nuove opportunità di business in Taiwan. Nell’agenda del Consorzio, che sbarcherà a Shanghai con una collettiva di aziende, degustazioni e workshop dedicati agli operatori del settore horeca, agli importatori e alla stampa locale con lo scopo di educare alla qualità e alla varietà dei rossi della Valpolicella anche grazie all’abbinamento con la cucina locale. 

Per Olga Bussinello, direttore del Consorzio Tutela Vini Valpolicella: “Cina e Taiwan sono due mercati strategici per motivi diversi. Da una parte il Paese del Dragone, una realtà ormai imprescindibile per il vino italiano, ma che ancora vede fermo il nostro export a una nano-quota di mercato del 7%. Anche il nostro Amarone, raggiunge la Cina solo per il 5% delle quote export destinate ai Paesi extra Ue. Dall’altra il Taiwan che rappresenta un mercato potenziale per il vino italiano nel Pacifico e su cui bisogna scommettere. Il Consorzio Tutela vini Valpolicella – ha proseguito Bussinello – offre una varietà di vini capace di intercettare i gusti dei consumatori asiatici che possono contare su un range di prezzi molto alto che va dal Valpolicella Classico e arriva fino all’Amarone”.

Nel 2014 l’Italia si è piazzata al quinto posto nella classifica dei Paesi esportatori di vino verso la Cina con un export di 78,60 milioni di euro, di cui 61 milioni di vini fermi imbottigliati. Una performance, questa, che relega il vino italiano dietro alla superpotenza francese che nello stesso anno ha esportato valori oltre 6 volte superiori (498,5 milioni di euro totali, 462,8 milioni per i fermi imbottigliati), all’Australia (193,7 milioni di euro, di cui 187 milioni per i fermi imbottigliati), al Cile che si attesta a 126 milioni di euro e la Spagna a quota 83,5 milioni. E se la Cina rappresenta il 6° mercato mondiale della domanda di vino, per l’Italia il Celeste Impero è solo al 15° posto tra i Paesi di destinazione del nostro export enologico. 

Taiwan, con oltre 1.200 ristoranti italiani, 130 milioni di euro di vino importato nel 2014 e una popolazione con una buona capacità di spesa, rappresenta un mercato ad altissimo potenziale ancora da scoprire. Anche qui, la Francia detiene già il 40% delle quote di mercato seguita da Spagna (14%) e Cile (12%), ma l’appeal della cultura e del vino italiano resta una delle potenzialità del nostro export su cui scommettere in futuro.

C.d.G.