Anche quest’anno, l’appuntamento italiano con il Salone del vino di Verona è giunto al termine. Attese e aspettative? Non moltissime.
In fondo, non sono mancate le voci di espositori che considerano la fiera poco utile, ma una cosa resta certa: il Vinitaly si valuta per ciò che oggi rappresenta per molti, prima di ogni altra cosa, ovvero una buona occasione per incontrare personalmente clienti e operatori, per condividere insieme a loro un calice del proprio vino, progetti e novità. E questa è l’opinione condivisa da parte di gran parte degli espositori. Abbiamo fatto un giro tra gli stand del Padiglione Sicilia per sentire alcune voci. Tra conferme e novità, ecco le aziende visitate.
(Francesco Cambria)
Partendo dall’Etna, abbiamo incontrato Francesco Cambria, produttore di Cottanera. “Il Vinitaly è sempre un momento positivo per gli incontri con i clienti. Quest’anno però mi è sembrato un po’sottotono. Personalmente, ho preferito il Vinitaly 2014 per via della suddivisione degli espositori per zone vinicole. Quest’anno, non è stato adottato il medesimo criterio logistico. Nonostante la crisi, noi produttori etnei sentiamo che c’è tanta voglia di bere vini dell’Etna e il fatto di non essere stati vicini in un’area del paglione ha creato smarrimento. Non è facile districarsi tra i vari stand”. La rinomata cantina di Castiglione di Sicilia, sul versante nord del Vulcano, ha portato con sé le nuove annate da far degustare. Una conferma assoluta in termini di eleganza e carattere. Ma a breve ci saranno delle novità da conoscere. Nuove etichette: esprimeranno l’anima delle contrade che ricadono in un gioiello naturale di 100 ettari tutti accorpati, di cui 65 vitati.
(Lilly Fazio)
Lasciando l’Etna, a spasso tra gli stand, ci siamo diretti sulle colline che incorniciano il monte Erice, da Fazio, casa vinicola di cui Lilly Fazio è responsabile commerciale. “Il Vinitaly è sempre un’opportunità per incontrare clienti. Non si può mancare. Quest’anno si sono aperte possibilità commerciali nuove, per esempio con il mercato della Colombia. Ma abbiamo visto meno asiatici e giapponesi”. La cantina del trapanese si è presentata a Verona con una nuova immagine grafica, più lineare, pensata per alcune etichette, in particolare. Il restyling ha riguardato il vino Brusìo, uno dei prodotti di punta, basato sui vitigni Inzolia e Chardonnay e Petali, moscato vino spumante. Resi più accattivanti anche dal punto di vista organolettico.
(Giacomo Funaro)
Grande entusiasmo per Funaro, l’azienda agricola tra i comuni di Salemi e Santa Ninfa (Trapani), che si estende per 85 ettari di superficie, divisi tra vigneti (60 ettari), oliveti (15 ettari), seminativi, ortaggi, alberi da frutto. A Verona ha presentato in anteprima il Perricone Fontana dei Grilli 2014.
(Vito Amato)
Primo Vinitaly invece Musìta, cantina di Salemi, una delle zone più vocate della Sicilia Occidentale dove il sole tramonta alle spalle delle isole Egadi. “Abbiamo iniziato nel 2011 e questo è stato il nostro primo Vinitaly; davvero una bella esperienza – ha affermato Vito Amato, general manager – In più abbiamo fatto incontri interessanti con spagnoli, giapponesi e norvegesi”.
(Dino Taschetta di Cantine Colomba Bianca)
Una conferma, la fiera di Verona per Cantine Colomba Bianca, la cooperativa tra viticoltori dalla parte sud-occidentale della Sicilia in provincia di Trapani: una delle più grandi cantine siciliane con 2.118 soci.
(Gera Ienna)
E infine non è mancata una bella novità nel padiglione Sicilia. Donnadicoppe, la cantina di Gibellina, ha infatti portato a Verona quattro birre artigianali, fatte degustare insieme ai vini. “C’è stata tanta curiosità nel nostro stand – ha affermato Gera Ienna, la produttrice -. Molti i produttori e gli enologi che sono passati a trovarci. Penso faremo da apripista. E chissà, potrebbero esserci in futuro altre cantine che affiancheranno la birra al vino. Qualcuno ci ha perfino detto che siamo stati capaci di unire il diavolo all’acqua Santa”.
F.L.